La maggioranza fa quadrato a sostegno del governo regionale, in generale, e del presidente Marcello Pittella, in particolare. La Basilicata è l’unica regione del Sud, come viene ormai riconosciuto da più parti, che può contare su un sistema sanitario equilibrato, con i conti in ordine e in grado di non gravare pesantemente sulle tasche dei cittadini. E tuttavia, a causa delle scelte di politica sanitaria nazionale ed a seguito della necessità di dare risposte efficaci ed efficienti a un bisogno di salute sempre più complesso, il riordino del sistema sanitario regionale non è più rinviabile. E’ quanto è emerso nel corso di una riunione della maggioranza consiliare svoltasi questa mattina a Potenza e presieduta dal governatore Marcello Pittella.
Nel corso del vertice sono stati ancora una volta ribaditi alcuni principi fondamentali che guidano il progetto di riforma del sistema sanitario regionale proposto dall’esecutivo. Innanzitutto è stato confermato che non verrà chiuso alcun ospedale lucano al fine di salvaguardare il diritto alla salute di tutti e non ci si muove da una equa copertura territoriale derivante dalla permanenza delle 4 aziende sanitarie. Ma il diritto alla salute di tutti si difende anche e soprattutto attraverso il rafforzamento della medicina territoriale e dando un nuovo protagonismo ai distretti ospedalieri che dovranno avere nuove e specifiche funzioni in relazione ai reali bisogni delle comunità e rafforzando il sistema dell’emergenza urgenza.
Per questa ragione e per individuare con maggiore precisione questi bisogni, a partire da dicembre la maggioranza parteciperà a consigli comunali aperti nei comuni interessati dai presidi ospedalieri. Si tratta di avviare quindi un’altra e definitiva fase di confronto con i cittadini per costruire una riforma capace di mantenere il sistema sanitario lucano efficiente, con i conti in ordine, e con una qualità dell’assistenza ancora migliore di quella attuale. Nel frattempo si continueranno ad approfondire nel merito tutte le istanze territoriali di cui legittimamente le comunità si sono fatte portatrici per arrivare, nei limiti del possibile a trovare la massima convergenza in tempi rapidi.