Buon 2014, Basilicata

Riavvolgo la pellicola dell’ anno che sto per lasciarmi alle spalle e mi accorgo che basterebbero anche solo gli ultimi fotogrammi di questi mesi a raccontare, per intensità e vivacità, tutto il mio 2013.
Basterebbe la forza di certe immagini per dire, senza parlare, di un tempo incredibile e pieno che mi ha visto protagonista di grandi sfide e battaglie.
Basterebbe il ricordo degli abbracci dei miei figli sul palco del Don Bosco e quelle lacrime inattese e impreviste sulla mia faccia a dire con quanta passione abbia vissuto le mie scelte e, oggi posso dirlo, le mie vittorie.
Ma prima ancora torno alle settimane difficili di inizio anno che hanno segnato inesorabilmente la fine di un rapporto di fiducia tra classe dirigente e cittadini, che ha acuito rabbia e risentimento. Torno alle storie di lavoratori, commercianti e imprese in difficoltà che ho fatto mie nei mesi di assessorato. Ma anche a quanti, con ottimismo e caparbietà, le proprie imprese sono riusciti a difenderle, a rinnovarle nelle ambizioni e nelle strategie di mercato.
E poi l’avventura politica più avvincente della mia vita: la candidatura alle primarie e quella vittoria che sembrava impossibile. Chilometri infiniti, mani da stringere e facce da ricordare in una campagna elettorale che ha significato per me, quasi una seconda giovinezza. Senza sosta, senza riposo, in una sfida dopo l’altra. Fino a quella appena cominciata con la nomina della nuova giunta, presentata ieri ufficialmente, e che mi accompagnerà con impegno assoluto e qualità nel mio lavoro di presidente di una regione che amo e che merita nuovi traguardi e nuova visione.
Noi ce la metteremo tutta perché il prossimo sia solo il primo anno di ripresa e slancio, sviluppo e crescita. Sia solo il primo anno di una ritrovata fiducia.
Buon 2014 Basilicata!

 

La nuova giunta nel solco della rivoluzionedemocratica

Che sia stata una scelta coraggiosa, opportuna, che sia stata la cosa giusta da fare, è quello che ho letto in molti commenti su questa bacheca, nei messaggi ricevuti a decine, e che ho ascoltato dalle parole degli amici, da chi mi conosce e mi sostiene da sempre. La mia decisione ha trovato condivisione, in queste ore, persino tra quanti non sono andati a votare, negando fiducia ad ogni tipo di classe politica. Ma c’è, chiaramente, una parte di opinione pubblica che non ha compreso né approvato e che ha duramente criticato la mia scelta. Quello che credo è che se pure non avessi nominato una giunta di esterni e di non lucani avrei scontentato qualcuno di voi, deluso le vostre aspettative.
So, invece, di aver scelto in totale serenità.
Convinto davvero che una rottura chiara, evidente col passato dà più sostanza e fondamento alla mia idea di rivoluzione democratica.
Convinto che c’è da programmare, riformare, ricostruire in fretta. Che c’è bisogno di ritrovare autorevolezza, credibilità e concretezza. Un peso e una voce in Europa.
Per questo ho chiamato a far parte della mia squadra personalità dalle esperienze di altissimo profilo, eccellenze che sapranno mettere le loro competenze al servizio della nostra regione e delle nostre esigenze.
Ci sono macro emergenze e criticità che vanno affrontate e risolte con metodo, visione e strategie nuove, forti di risultati già testati e di relazioni consolidate. E i quattro assessori appena nominati lavoreranno per questa regione come fosse la propria regione. Perché le qualità e la maturità professionale non hanno confini né appartenenze.
Quello che cambia, da oggi, è l’approccio alle questioni, che sarà più libero e più moderno.
E’ la ragione per la quale moltissimi di voi mi hanno sostenuto e incoraggiato ad andare avanti.
Voglio sia la ragione per la quale anche chi non lo ha fatto cominci a stare dalla nostra parte.
Perché il futuro di questa regione deve riguardare tutti.

 

La mia lettera al Presidente del Consiglio, Letta

Caro Presidente Enrico Letta,
i lucani guardano alla prossima seduta del Consiglio dei Ministri di domani, venerdì 27 dicembre, come ad una tappa importante per uscire dal “pantano”, non solo allegorico, in cui versano vaste aree della Basilicata, ad oltre due mesi dalle alluvioni di ottobre che hanno devastato, in particolare, il Metapontino, innescando una serie di movimenti franosi in tutta la regione, tra cui lo smottamento che a Montescaglioso ha distrutto case, opifici e strade.
Nella messa solenne di Natale, celebrata in piazza, a Matera, in una tenda di fortuna allestita dinanzi al Palazzo della Prefettura, il Vescovo della Diocesi, mons. Salvatore LIGORIO, ha richiamato tutti gli uomini delle Istituzioni presenti, a partire da me, a non dimenticare gli ultimi, i bisognosi, gli uomini e le donne che a causa dei disastrosi eventi naturali delle ultime settimane hanno perduto tutto e nei confronti dei quali lo Stato non può continuare a mostrare, come purtroppo sta accadendo da mesi, uno sguardo assente.
Caro Presidente Letta, a seguito della seduta di Governo di domani la Regione Basilicata attende di vedersi notificare l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri che nel ratificare la presenza dello stato di emergenza nelle aree lucane danneggiate, stanzi i primi, consistenti aiuti economici che consentano, da un lato, di mettere in sicurezza il territorio e, dall’altro, di venire incontro alle esigenze più impellenti ed urgenti delle famiglie maggiormente colpite. Una petizione popolare in tal senso, sottoscritta da migliaia di persone ed alla quale anch’io, dopo mons. LIGORIO, ho apposto la mia firma, e’ già presente in rete. Cordiali saluti.

 

Avere il coraggio di osare, di pensare in grande

E di provare a vivere professioni e quotidianità svincolati da logiche di corto respiro.
E’ il messaggio che ripeto come un mantra da tempo, e prima di tutto a me stesso.
L’ho fatto anche oggi, all’evento di fine anno organizzato dall’Ospedale San Carlo, davanti a medici, infermieri, studenti, ricercatori, dipendenti. Convinto quanto mai che nessun annuncio di riforme e progetti, anche in sanità, troverebbe conferma, sostanza e credibilità nei cittadini se non credessi alla necessità improrogabile di un cambiamento di abitudini, metodi e pratiche nell’agire di ciascuno di noi.
Di tempo a disposizione per agganciare crescita, sviluppo, competitività, maggiore eccellenza non ce n’è ancora molto. Bisogna accelerare, semplificare, snellire procedure, pensare a network più innovativi come la piastra ambulatoriale e soprattutto smetterla di credere che per essere attrattivi basterà ancora il nostro pur lodevole spirito di accoglienza. Se continueremo ad impiegare mesi per decidere cosa acquistare, su cosa investire, lasciandoci anticipare dalle regioni che ci affiancano, continueremo ad inseguire e rincorrere. Con sempre maggiore affanno.
Il contesto nel quale ci troviamo ad operare impone sincerità piuttosto che mistificazioni. Non si tratta quindi di diventare i migliori in ogni campo, di dover mostrare i muscoli ad ogni costo. Ma di eccellere anche in pochi settori, di attrarre perché quello che facciamo, lo facciamo meglio di chiunque altro. Di richiamare e motivare soprattutto i giovani. Di riuscire a mantenere nelle nostre corsie i migliori talenti, i migliori professionisti, stimolandoli e mostrando loro risultati e visione. Per meno di questo, la loro fuga sarebbe comprensibile.
L’egregio lavoro compiuto fin qui dai manager del più grande ospedale lucano va nella direzione giusta. Ma anche a loro chiedo di più, perché con fermezza e severità non saranno concessi errori e ritardi.
E in uno slancio che guarda al futuro, all’energia, alle competenze, alla ricerca tecnologica, all’innovazione in campo sanitario, ad una ridefinizione della stessa governance, c’è una saggezza – come quella che appartiene ai nostri primari emeriti – che va recuperata e valorizzata. Trovo per questo l’idea della Consulta dei primari emeriti, pensata dal San Carlo, un’ottima cosa.
Moltissimo in termini di qualità delle prestazioni, servizi ed efficienza è stato fatto. Il tempo è maturo per credere che fare di più e meglio non sia una sfida impossibile.

 

Sarò il decimo presidente eletto dai lucani

Alle 13 di oggi inizia ufficialmente questa nuova sfida. Sarò il decimo Presidente eletto dai lucani.
Nelle ultime ore ho ripensato a tutta la strada fatta. Alle motivazioni che mi hanno portato fino a qui. Alla rivoluzione democratica che ho promesso e che sono intenzionato a mettere in campo nei giorni che verranno. Alle tante sfide dei prossimi cinque anni. Alle difficoltà che ho visto con i miei occhi stando in mezzo alla gente.
Un tempo nuovo è arrivato, e ci chiede di abbandonare ogni personalismo, ogni lotta interna, a favore di un confronto, anche serrato, ma con la consapevolezza che c’è un obiettivo comune.
Dobbiamo saper essere forti, coraggiosi, innovativi, positivi. Ce lo chiede una crisi che non lascia spiragli per indecisioni e balbettii.
Un antico detto zen dice che l’unica rivoluzione possibile è assumersi l’intera responsabilità delle cose. Bene, è proprio quello che ho intenzione di fare. Lavorando sodo, senza orari, senza sosta, ascoltando tutti e raccontando il mio viaggio per restituire fiducia e speranza.
Dove ci porterà questo viaggio forse non possiamo saperlo. Non lo so io e non posso condizionare da solo il futuro. Per affrontare senza rimpianti il domani, occorrerà che ognuno di noi, ognuno di voi, si rimbocchi le maniche, abbandonando ogni rassegnazione poichè “vivere veramente significa assumersi la responsabilità dei propri sogni”.
E’ anche il tempo di chiedere, come pure già abbiamo fatto, una nuova attenzione al governo nazionale. E’ tempo di ricominciare ad essere fautori del nostro destino, non affidando il futuro a soluzioni dell’ultim’ora. Dobbiamo anticipare i bisogni, progettando la Basilicata che consegneremo alle prossime generazioni.
Sta a noi, assieme, vincere questa grande sfida, non lasciando indietro nessuno.
Io ci sto.
Buongiorno, Basilicata.

 

Al Ministro Zanonato le ragioni della Basilicata

Ho incontrato stamattina il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, al CNR di Trisaia di Rotondella.
Grazie alla posizione ferma assunta, insieme a me, sia dai vertici della Regione che dai Parlamentari lucani, Zanonato ci ha confermato che il Governo ha deciso di non sostenere, chiedendone la bocciatura, il comma 202, lettera a) contenuto nel maxi emendamento alla legge di Stabilità, approvato in seduta notturna al Senato.
Abbiamo fatto sentire in modo forte la voce dei lucani, abbiamo reclamato e ottenuto il rispetto che la Basilicata merita, abbiamo evitato questo ingiusto “scippo” del fondo nazionale per il bonus idrocarburi, alimentato dalle royalty del petrolio che estraiamo.
Saremo sempre solidali nei confronti delle altre regioni – come può testimoniare la vicina Puglia – ma gli espropri forzosi non sono la strada corretta.
Al ministro Zanonato e al direttore generale delle Risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, ho ribadito la necessità di rivedere i contenuti del decreto interministeriale del 12 settembre 2013 (attuazione articolo 16 decreto liberalizzazioni del 24/01/2012 e Memorandum Stato-Regione aprile 2011).
La Basilicata non può ritenersi soddisfatta dalla previsione di un fondo aggiuntivo di soli 50 milioni di euro l’anno, da nuove autorizzazioni estrattive concesse a società diverse da quelle già operanti in Val D’Agri e, a breve, anche nel Camastra Alto Sauro.
Per non “tradire” il senso del Memorandum, il Governo deve tenere nella debita considerazione l’apporto offerto dalla Basilicata al bilancio energetico nazionale.
Grazie alla maggiore quota di petrolio che sarà estratta nella nostra regione da Eni e Total, lo Stato incasserà nei prossimi vent’anni oltre 30 miliardi di euro in più. Invece di ricevere non meno di 200-300 milioni di euro l’anno, utilizzabili in materia di infrastrutture, trasporti, occupazione e coesione sociale, il decreto prevede un introito di soli 50 milioni di euro, per di più a fronte di nuove estrazioni.
Al ministro Zanonato ho infine fatto presente che è urgente procedere alla modifica dell’articolo 45 della legge 99/2009 sia per evitare che le risorse assegnate alla Basilicata vengano dissipate in mille rivoli, a beneficio di altre regioni, quanto soprattutto per escludere dal patto di stabilità le royalty rivenienti dal petrolio.

 

Nuovo anno accademico all’UniBas. ‘Avvicinare i giovani è avvicinare il futuro’

Devo dire la verità, in quel giovane rappresentante degli studenti dell’Ateneo lucano e nelle parole chiare, dirette, coraggiose, con le quali ha introdotto, ieri, la giornata di inaugurazione del nuovo anno accademico, un po’mi ci sono rivisto. Come lui, preferisco la sincerità e la schiettezza nei rapporti. Ed esserlo con le nuove generazioni è un dovere e una priorità. E’ anche per questo che l’ho ascoltato con particolare interesse e attenzione e ad alcune delle riflessioni e delle domande che mi ha rivolto voglio replicare.

Ribadendo quanto ho già avuto modo di dire ieri, come in passato, a proposito del futuro dell’UniBas, della necessità di avvicinare la sua offerta formativa alle esigenze e alle vocazioni territoriali, di rendere le nostre due città sedi di facoltà reali “città universitarie”, di aprirsi al bacino del Mediterraneo, di coinvolgere più direttamente il corpo docente nei destini della nostra regione, di incrociare la programmazione europea 2014-2020 che punta su ricerca e innovazione.
E’ evidente che bisogna fare ammenda di errori commessi dalla stessa politica, che pure ha contribuito e contribuisce a mantenere in piedi questa realtà, ma provare a guardare le cose con maggiore ottimismo aiuterà a caratterizzare l’università come autentico ascensore sociale, punto di riferimento nell’intero contesto meridionale. Per farlo servirà aprirsi a nuovi rapporti di collaborazione con gli istituti di ricerca (la convenzione firmata tra il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Università della Basilicata va proprio in questa direzione), con le scuole internazionali, con le imprese. Perché la Basilicata diventi una sorta di campo base italiano ed europeo, un soggetto di intermediazione per una forza lavoro specializzata. All’UniBas chiederemo, per questo, maggiore coinvolgimento nei campi del trasferimento tecnologico a supporto di start up e incubatori di impresa.
E sul tavolo paritetico Regione-Università che non si riunisce da tempo, voglio rassicurare il rappresentante degli studenti che ieri sottolineava giustamente questa mancanza: sarà mia cura convocarlo al più presto.

Il mondo accademico, e gli studenti in primis, vanno ascoltati e compresi.
Avvicinarsi a loro significa avvicinare il futuro.

 

Lettera aperta a Vincenzo Taddei sul bonus benzina

Caro Vincenzo Taddei, leggendo le dichiarazioni a tua firma, riportate oggi dai giornali, a proposito del bonus carburanti, non posso esimermi dal fare una riflessione a voce alta. Io credo che a seguito del voto del 17 e 18 novembre scorsi, caratterizzato dalla più alta percentuale di astensionismo mai riscontrata nella storia elettorale lucana dal dopoguerra ad oggi, la Politica – quella vera, quella che guarda ai bisogni della gente e poi agli interessi di bottega – non possa più consentirsi operazioni di piccolo cabotaggio. La Basilicata vive un momento drammatico. Come lo vivono l’Italia e l’Europa. E io avverto forte il dovere di dare risposte immediate a chi non ce la fa a mettere tutti i giorni un piatto a tavola. A chi ha perso un lavoro o non riesce a trovarne un altro. A chi, in questi giorni, ha visto sfumare i sacrifici di una vita perché una frana si e’ portata via la casa o perché l’alluvione, la seconda nel giro di poche settimane, ha allagato terreni e fabbricati, distruggendo i raccolti che dovevano assicurare un reddito dignitoso per i prossimi mesi.
Caro Vincenzo, io non sono disposto, dinanzi a questo scenario di guerra, ad assistere inerme a quello che ritengo sia uno “scippo” ingiusto maturato ai danni dei lucani per colpa di una classe parlamentare, quella della quale facevi parte nel 2009, che non ha saputo opporsi agli assalti dei leghisti del Nord, cinicamente bravi, dal loro punto di vista, a mettere le mani nelle nostre tasche.
Dove eravate, mi chiedo, voi deputati e senatori della Basilicata dell’allora maggioranza di centro-destra, quando i vostri colleghi veneti facevano passare l’emendamento all’articolo 45 della legge 99/2009 che estende anche agli abitanti delle regioni in cui operano rigassificatori (che non producono royalty) i benefici previsti dal Fondo unico nazionale per la riduzione del prezzo degli idrocarburi? Fondo, lo ricordo a beneficio di quanti non avessero ben chiara la questione, che e’ alimentato per quasi il novanta per cento dalle royalty rivenienti dal petrolio estratto in Basilicata.
In questi quattro anni siete andati dicendo che non c’era da preoccuparsi. Che i veneti non avrebbero ricevuto un euro dei fondi riservati ai lucani. E che nella peggiore delle ipotesi ci avrebbero pensato il Governo e il Parlamento ad evitare l’ennesima beffa ai nostri danni.
S’è visto come e’ andata a finire. Dopo la sentenza del Tar del Lazio prima, e del Consiglio di Stato poi, la competente Direzione centrale del Ministero dello Sviluppo economico è stata costretta a “congelare” la ripartizione del Fondo idrocarburi, in attesa di stabilire le modalità di erogazione del bonus benzina anche ai cittadini di tutte quelle regioni italiane in cui operano i rigassificatori.
In questo momento drammatico per la Basilicata, i circa 70 milioni di euro, riferiti al 2011 che sono il frutto delle estrazioni petrolifere della Val D’Agri e che il Ministero dovrà ora riconoscere anche ad altre regioni italiane, ci consentirebbero di dare una risposta immediata a centinaia di famiglie lucane che hanno perso tutto e nei confronti delle quali, per quanto mi riguarda, ho gia’ chiesto ai competenti uffici regionali di trovare tra le pieghe del bilancio le risorse necessarie per gli interventi più urgenti.
Pero’ non facciamoci illusioni. Grandi somme disponibili non ve ne sono. Forse, raschiando il fondo del barile, riusciremo a reperire, mi dicono, un paio di milioni di euro. Ma non più di tanto. Dopo di che, ti chiedo, caro Vincenzo Taddei, io devo assistere allo spreco di quei 70 milioni di euro che sono nostri, per di piu’ già disponibili e spendibili, senza fare niente? E’ questo che vorresti, con i tuoi amici di partito? Che il nuovo presidente della Regione, sia pure non ancora ufficialmente insediato, se ne stesse buono e zitto dinanzi a questo attentato al buon senso e alla corretta amministrazione della cosa pubblica?
Sinceramente, lo dico senza vena polemica, sono stupito dal vostro modo di fare politica. Non e’ mettendo i bastoni tra le ruote a chi governa, per difendere una posizione di principio palesemente indifendibile, che si conquistano i consensi elettorali. I lucani vogliono risposte serie ed immediate, improntate al buon senso e alla concretezza.
Ormai e’ chiaro che l’articolo 45 della legge 99/2009 così com’è danneggia la Basilicata. E’ altrettanto evidente che rischiamo di perdere, a vantaggio di altri, i 70 milioni del 2011, gli 81 milioni del 2012 e non meno di 85 milioni del 2013. La mia proposta, peraltro già formalizzata ai parlamentari lucani, e’ semplice: si modifichi subito l’articolo 45, trasformando il fondo unico nazionale in tanti fondi regionali, in modo da avere subito il controllo delle risorse disponibili. Dopo di che si affidi al Consiglio regionale il compito di stabilire le modalità di utilizzo. Nulla impedirà a voi, come ad altri, di continuare a sostenere la necessità di assegnare quelle risorse alla card benzina. Addirittura, io penso che sarebbe utile chiedere ai lucani come la pensano, se mai utilizzando le prossime elezioni europee per effettuare un vero e proprio referendum popolare. Peró, ripeto, l’importante, in questo momento, e’ correre subito ai ripari, evitando che si concretizzi lo “scippo” che si intravede all’orizzonte e che possiamo tentare di sventare, forse, solo se saremo tutti uniti: forze politiche e sociali, sindacati, imprenditori, stampa.
Mi rifiuto di credere che in nome della peggiore politica possa prevalere un assurdo autolesionismo.

 

Non più tollerati espropri ai danni dei lucani

Nel maxi emendamento del Senato alla legge di Stabilità si “espropriano” alla Basilicata 70 milioni di euro (a partire dal 2015).
Un prelievo forzoso di 10 milioni all’anno, per sette anni, dal fondo destinato al bonus carburanti per i lucani, allo scopo di finanziare i programmi di metanizzazione nelle regioni del Sud, i cui costi dovrebbero invece far capo ad altre poste del bilancio statale.
Ritengo che il Governo Letta e il Parlamento non possano assolutamente avallare la norma.
È un vero e proprio ‘esproprio’, del tutto inopportuno e ingiustificato, ai danni dei lucani, maturato in un contesto politico-istituzionale che ha totalmente emarginato le legittime espressioni democratiche della Regione Basilicata.
Invoco un intervento immediato in sede di discussione alla Camera della legge di Stabilità, sia attraverso l’abolizione del comma 202, lettera a) contenuto nel maxi emendamento votato in seduta notturna da Palazzo Madama, sia con l’approvazione dell’emendamento all’articolo 45 della legge 99/2009 da noi suggerito, che attribuisce ai territori interessati la gestione autonoma delle royalties che confluiscono nel fondo unico nazionale per la riduzione del costo dei carburanti nelle regioni interessate da estrazioni petrolifere.
Sono certo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i parlamenti lucani, sia di maggioranza che di opposizione, faranno quanto di propria competenza per far sì che le popolazioni della Basilicata riconquistino quella fiducia nei confronti delle Istituzioni. Fiducia che, anche per effetto di queste norme ingiuste, rischia di subire duri colpi.
Per quanto mi riguarda, anche alla luce del mandato ricevuto dagli elettori, non potrò sicuramente avallare, né tollerare, colpi di mano che penalizzano le Regioni, come la nostra, che di certo non hanno mai lesinato generosità e solidarietà ad altre aree del Paese.

 

Io voto Renzi, per cambiare l’Italia

Quale è il senso profondo di quel cambiamento che tutti noi invochiamo a gran voce? Me lo chiedo anche questa mattina, mentre al risveglio ripenso ai volti e alle persone incontrate in questo ultimo periodo girando i territori lucani. Magari molti ancora dormono e non posso conoscere i loro pensieri. Ma so che al risveglio li esprimeranno a gran voce. Saranno pensieri semplici, richieste essenziali ma che non potranno rimanere senza risposta.
Quelle di tanti cittadini taciturni, disillusi, infaticabili lavoratori, inascoltati da troppo. Che sia tutelata la propria famiglia, che siano rispettati il loro ambiente e le loro città, che possano garantire un lavoro ai figli, che possano dare loro speranza. E un futuro nel proprio paese.
Bene, io credo che questo bisogno profondo di semplicità, di possibilità, di fiducia e di cambiamento, sia oggi incarnato da Matteo Renzi. Un buon cittadino, un buon sindaco, buon comunicatore.
Un buon segretario. Con lui il nostro partito tornerà a emozionare, a convincere, a vincere.
Io voto Renzi, per cambiare l’Italia. Per un’Italia che non faccia finta che la Basilicata non esiste.
Per una Basilicata che, dopo quel 22 settembre, senza indugi decida di continuare la sua piccola grande rivoluzione democratica.