Manovra finanziaria: emergenze e obiettivi di sviluppo

Un bilancio che “nonostante l’agibilità finanziaria ridottissima e di proporzioni modeste”, ha cercato di recuperare spazi finanziari, non rinunciando “alla messa in campo di politiche sui principali asset di crescita e di benessere della società lucana” e “facendo leva sulla razionalizzazione e l’innovazione efficiente del sistema pubblico regionale, le nuove opportunità aperte dal ciclo comunitario 2014/2020 e la qualificazione aggiornata dei negoziati sulle risorse regionali”.
Così il presidente della Regione, Marcello Pittella, presentando al Consiglio regionale la manovra finanziaria per il 2014.
“Nel 2013 – ha affermato – è continuata la fase congiunturale sfavorevole già osservata nel 2012, ma anche “se si avvertono segnali di ripresa ancora deboli che allineano la Basilicata al trend nazionale”, è “il mercato del lavoro quello che crea più preoccupazione, avendo risentito ancora nello scorso anno gli effetti negativi della crisi”.
Perciò di fronte alla situazione economica e sociale della regione, “grave e per certi versi drammatica”, il bilancio ha previsto misure finalizzate alla coesione sociale e al sostegno alle fasce sociali più deboli. Tra queste, sicuramente, il prelievo fiscale aggiuntivo sull’Irpef per i redditi superiori ai 55 mila euro (+0,50%) e 75 mila euro (+1,10%), da redistribuire a favore delle categorie svantaggiate “dando sostanza – ha spiegato il governatore – ai valori di equità, giustizia e solidarietà”. Altre risorse, invece, sono state destinate al completamento dei pagamenti degli ammortizzatori sociali in deroga, ai piani sociali di zona e al differimento della conclusione del programma di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale, su cui c’è l’impegno di giungere a una legge organica “finalizzata a restituire maggiori opportunità e migliori possibilità per un’occupazione stabile”.
“Oltre al contenimento delle emergenze – ha detto ancora Pittella – l’obiettivo dichiarato rimane quello di superare l’approccio tradizionale alla finanza pubblica, e ripensare il rapporto tra evoluzione della spesa regionale e sua governance” , mettendo in campo azioni orientate verso lo sviluppo economico, la cooperazione territoriale, l’innovazione del sistema regionale, “ormai non più rinviabili per il perdurare delle crisi e di fermento sociale che animano costantemente la scena del dibattito pubblico”, non ultima “la vertenza sul petrolio aperta con il Governo nazionale e le aziende estrattive”.
Così la manovra introduce provvedimenti di Spending Review, “alcuni legati agli obiettivi di mantenimento del limite programmatico derivante dal Patto di Stabilità Interno, altre a riduzioni degli emolumenti per cariche in organismi regionali”. Sempre sul versante della razionalizzazione si colloca “l’istituzione della Stazione Unica Appaltante che genera risparmi sensibili della spesa pubblica e determina condizioni operative improntate ad una nuova efficienza organizzativa”.
In questo quadro si pongono “le azioni di ristoro a favore di imprese e cittadini per ridurre la difficoltà di accesso al credito e migliorare invece la sua circolarità; le accelerazioni sul riordino del sistema di governo locale atte a promuovere la trasformazione delle Aree programma in Unioni di Comuni; gli interventi volti al miglioramento dei servizi del trasporto pubblico locale e semplificazione burocratica per le agevolazioni alle Pmi”. “Sul fronte comunitario – ha sostenuto ancora il presidente – si è disposta, per garantire l’avvio immediato dei progetti connessi alla programmazione europea 2014/2020, l’anticipazione regionale di ben 26 milioni di euro, da destinare, a progetti di riqualificazione edilizia, di sviluppo e di cultura con l’intento di voler rianimare il mercato regionale del lavoro e delle imprese”.
Infine, con la Legge di stabilità, gli enti strumentali adotteranno il sistema informativo contabile della Regione, ottenendo una maggiore armonizzazione utile “dinnanzi alle incertezze delle manovre finanziarie dello Stato” per selezionare obiettivi e priorità in fase della programmazione.

Sul bonus benzina si parli il linguaggio della verità

Autorevoli esponenti del Nuovo Centro Destra continuano ad alimentare in queste ore l’illusione che i patentati lucani incasseranno a breve 800 euro pro-capite, col risultato di incrementare di alcune migliaia di euro il reddito delle rispettive famiglie, posto che in ognuna di essa, secondo ottimistiche previsioni, vi sarebbero almeno quattro possessori di un permesso di guida.

Magari fosse così. Magari fosse davvero possibile ripartire tra i soli lucani il tesoretto accumulatosi dal 2011 in poi nel fondo unico nazionale, gestito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per il cosiddetto bonus carburanti. E magari tutti i lucani fossero davvero in possesso di una patente, quando è ben noto che essa è preclusa proprio alle fasce più deboli della società, a partire dai disabili e dagli anziani.

Io credo che ormai vi sia la generale consapevolezza che quel tesoretto sia di fatto ipotecato da almeno altre due regioni italiane (Veneto e Liguria) per effetto di una legge che il Governo dell’epoca non fu in grado di difendere da quella che si è rivelata, alla prova dei fatti, come una vera e propria azione politica di “rapina” messa a segno da settori leghisti del Nord.

Con i lucani dobbiamo utilizzare il linguaggio della verità, senza alimentare false speranze o illusorie attese di “ricchi” bonus familiari, dal momento che in assenza di una modifica legislativa della legge 99 del 2009 non meno del 50 per cento delle royalties attualmente confluite nel fondo unico nazionale per la riduzione del prezzo degli idrocarburi andrà ai patentati veneti e liguri. Anzi, peggio. Diverse decine di milioni di euro finiranno nelle casse di quelle Regioni e non ai cittadini, perché (val la pena ricordare) il decreto interministeriale emanato in attuazione dell’articolo 45 della 99/2009 prevede esplicitamente che ove mai il bonus pro-capite dovesse essere inferiore ai 30 euro (e in questo caso sarebbe inferiore a tale cifra), la somma complessivamente assegnata alle singole Regioni finirà nelle casse dell’Ente, senza alcun vincolo di utilizzo, col risultato teorico di alimentare, se mai, in quelle realtà, i costi della “casta” locale.

Ripeto, ai lucani va detto che il tesoretto di 230 milioni di euro che, con l’accredito dei fondi 2013, sarà disponibile a partire dal primo luglio prossimo, oggi è fortemente a rischio e può (anzi, io dico: deve) essere difeso in sede parlamentare attraverso la modifica dell’articolo 45 della 99/2009. Una modifica che, per quanto mi riguarda, caldeggerò a voce altissima in occasione del prossimo incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guido, rimarcando non solo l’opportunità, ma l’assoluta necessità di destinare le risorse della card carburanti a quanti oggi non hanno nemmeno i soldi per mangiare e non a chi, potendoselo permettere, può benissimo rinunciare ad un pieno di benzina. Quei 230 milioni, tanto più se riusciremo a sottrarli, come io auspico, dalle forche caudine del patto di stabilità, andranno utilizzati per operazioni di inclusione sociale, per finanziare gli ammortizzatori in deroga, per creare posti di lavoro e per risarcire, almeno in parte, gli alluvionati del Metapontino e le famiglie che a Montescaglioso hanno pagato un prezzo altissimo, con la perdita di vite umane, sull’altare delle ultime calamità atmosferiche. Sono certo che su questa linea riuscirò a ricompattare la stragrande maggioranza dei lucani. O almeno, ci proverò.

Chiude l’Arbea, le funzioni passano agli Uffici regionali

Nella seduta pomeridiana il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (12 voti favorevoli di Pd, Pp, Ri, Psi, Sel, Gruppo misto; 6 astensioni di Pdl-Fi, Lb-Fdi, Udc e M5s) un disegno di legge di riorganizzazione delle funzioni regionali in materia di erogazioni comunitarie in agricoltura. Obiettivo del ddl la riconfigurazione e la riorganizzazione del sistema regionale che presiede all’istruttoria delle domande di aiuto da parte delle aziende agricole lucane e alle conseguenti erogazioni. Nell’ultimo decennio il sistema è stato incentrato sull’attività dell’Arbea (Agenzia regionale della Basilicata per le erogazioni in agricoltura) che ha operato prima come Organismo Pagatore Regionale riconosciuto dall’Unione Europea, e negli ultimi anni come organismo istruttore delegato da Agea. “Con il disegno legislativo – si legge nella relazione di accompagnamento al provvedimento – si intende perseguire un duplice risultato: l’accorpamento delle funzioni amministrative, la semplificazione organizzativa degli operatori pubblici, una maggiore efficienza gestionale, una riduzione dei costi; la ricostituzione delle premesse e delle condizioni per poter disporre nuovamente di un Organismo Pagatore Regionale (Opr) internalizzato nella struttura regionale. L’operazione non solo permetterà di accorciare i tempi di erogazione degli aiuti comunitari (che attualmente contempla il passaggio della domanda del beneficiario in 4 Enti/Uffici diversi: Regione, Arbea, Agea e Istituto di credito) riducendoli a due (Regione e Istituto di credito), ma assicurerà agli operatori agricoli lucani procedure di istruttoria e pagamento più rapide e più attente da parte di un organismo pagatore dedicato esclusivamente alle esigenze specifiche dell’agricoltura lucana”. Il ddl prevede, inoltre, che la dotazione organica della Regione sarà aumentata del numero di posti corrispondenti al personale trasferito dall’ente in liquidazione, nonché dall’utilizzazione delle graduatorie dei vincitori dei pubblici concorsi espletati da Arbea, vigenti al 31/12/2013, la cui validità è prorogata al 31 dicembre 2016.

Nel dibattito sono intervenuti oltre al presidente della terza Commissione consiliare (Attività produttive – Territorio), Francesco Pietrantuono e all’assessore alle Politiche agricole e forestali, Michele Ottati, i consiglieri Rosa (Lb-Fdi), Pace (Gm), Mollica (Udc), Napoli (Pdl-Fi), Romaniello (Sel) e Cifarelli (Pd).

L’Assemblea precedentemente ha approvato, sempre a maggioranza (15 voti favorevoli di Pd, Pp, Cd, Pdl-Fi, Ri, Udc, Psi, Lb-Fdi; 3 astensioni di Sel e M5s), la proposta di legge d’iniziativa dei componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio (Piero Lacorazza, Francesco Mollica, Paolo Galante e Mario Polese) che detta modifiche alla legge regionale n. 38 del 2002 riguardo alle spese per l’esercizio del mandato di consigliere e alla legge regionale n. 8 del 1998 sulla disciplina delle strutture di assistenza agli organi di direzione politica e ai gruppi consiliari della Regione Basilicata.

Almeno un terzo della somma corrisposta ai consiglieri regionali per le spese di esercizio del mandato (4.500 euro) dovrà essere esclusivamente impegnata per “l’instaurazione di rapporti contrattuali di natura privatistica tra il consigliere regionale e i propri collaboratori”. Inoltre, tra le unità che possono essere richieste in posizione di comando o distacco presso le strutture politiche, sarà possibile includere anche il personale delle società regionali in house e delle società partecipate dalla Regione Basilicata.

Contestualmente, l’Assemblea ha respinto (con 8 voti contrari di Pd, Ri, Psi, Pp; 6 favorevoli di Pdl-Fi, M5s, Sel e Lb-Fdi; 3 astensioni di Cd, Udc e Bradascio –Pp) l’emendamento del Movimento 5 stelle che, in mancanza di contratti con i collaboratori, prevedeva di utilizzare le relative somme per istituire un “fondo di garanzia”, al fine di facilitare l’accesso al credito bancario alle micro, piccole e medie imprese che intendono assumere disoccupati e inoccupati “over 40”. Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Perrino (M5s), Romaniello (Sel), Mollica (Udc), Galante (Ri) e Cifarelli (Pd).

Successivamente l’Aula ha respinto (13 voti contrari di Pd, Pp, Pdl-Fi, Udc, Gruppo misto, Lb-Fdi; 1 voto favorevole di Sel; 2 astensioni del M5s) una proposta di legge analoga, d’iniziativa del consigliere Giannino Romaniello che per l’attivazione delle collaborazioni da attestare ai gruppi consiliari prevedeva la destinazione del 50 per cento dell’importo assegnato a ciascun consigliere regionale per i rimborsi spese. Anche su questa proposta di legge l’Aula ha respinto un emendamento proposto dal Movimento 5 stelle.

L’Assemblea ha approvato infine a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Pp, Pdl-Fi, Ri, Udc, Psi, Lb-Fdi, Gm e Sel e con 2 astensioni di M5s) la proposta di legge, d’iniziativa dei componenti l’Ufficio di Presidenza del Consiglio (Piero Lacorazza, Francesco Mollica, Paolo Galante e Mario Polese), che modifica le leggi regionali n. 27/1991, n. 5/2007 e n. 20/2000 uniformando l’indennità di missione dei componenti degli organismi istituzionali (Crpo, Corecom), commisurandola a quella dei dirigenti della Regione.

In apertura di seduta il presidente Lacorazza ha rivolto il saluto dell’Assemblea agli alunni dell’istituto comprensivo di Baragiano e di Balvano che hanno assistito ai lavori consiliari nell’ambito del progetto “Percorso di cittadinanza attiva”, dedicato agli studenti di ogni ordine e grado della Basilicata.

Riforma Titolo V, Consiglio regionale approva risoluzione

Il Consiglio regionale della Basilicata, riunitosi in contemporanea con gli altri Consigli regionali il 2 aprile scorso per discutere della riforma del Titolo V della Costituzione al termine del dibattito, conclusosi oggi, ha approvato a maggioranza (con la sola astensione del M5s) un documento proposto da tutti i capigruppo tranne quello del Movimento 5 stelle con il quale “sì dà mandato al Presidente della Giunta, perché si faccia portavoce con i vertici istituzionali dello Stato di quanto emerso nel corso del Consiglio regionale della Basilicata dedicato al tema delle riforme costituzionali, in particolare in relazione alla materia ambientale, determinante in questa regione e contenuta nel DDL di riforma del Titolo V”.

“Un dibattito intenso e ricco di spunti – si legge nel documento -, dal quale è emersa una complessiva condivisione sulla necessità di una riforma che tenga in debita considerazione le posizioni emerse. Il Consiglio regionale ritiene che la riforma costituzionale non può prescindere da una revisione profonda del Titolo V della Costituzione che definisca, una volta per tutte, le competenze precise dei vari organi dello Stato, senza dannose sovrapposizioni, per offrire nuove opportunità di sviluppo e di investimento in un quadro definito di fabbisogni, costi standard e strumenti di perequazione; ritiene, quanto alla proposta di riforma del Senato, che essa debba essere organica ad un assetto istituzionale che tenga conto delle esigenze di maggiore efficienza, di maggiore governabilità e anche delle istanze di riduzione dei costi della politica; ritiene, inoltre, necessario il rafforzamento della cooperazione interregionale mantenendo invariati i confini amministrativi; ritiene necessario, nell’ipotesi in cui la materia energetica sia attribuita allo Stato, che l’attività estrattiva non risponda a meri automatismi, bensì a un nuovo negoziato che definisca parametri di sostenibilità ambientale, sanitaria, sociale ed economica, previa discussione in Consiglio regionale; ritiene altresì, sulla scorta della consolidata giurisprudenza in tema di individuazione delle materie di competenza dei diversi livelli di governo, di mantenere tra quelle concorrenti l’ambiente ed il governo del territorio”.

Su riforma del Titolo V uniamo le nostre intelligenze

“Le riforme istituzionali e costituzionali devono rappresentare l’occasione per sciogliere alcuni nodi dell’agenda politica della Basilicata e per dimostrare la nostra capacità di saper alzare la testa e riprendere il cammino. Quella che stiamo attraversando è una stagione complessa, non solo per la crisi economico finanziaria, ma anche per le forti spinte all’individualità e all’egoismo. Istituzioni e partiti fanno ormai fatica a fungere da collante con i cittadini. Per questo motivo è necessario affrontare il tema del riassetto istituzionale con giusto piglio e lungimiranza”.
Lo ha dichiarato il presidente Marcello Pittella chiudendo il dibattito in Consiglio Regionale sulla proposta di riforma del bicameralismo e del Titolo V della Costituzione.
“La relazione del presidente Lacorazza – ha detto Pittella – analizza con obiettività il corto circuito che si è determinato nell’organizzazione dei poteri tra Regione, Autonomie locali e Governo centrale. L’assenza di una riforma di sistema, che manca da almeno un ventennio, ha alterato il confine della funzione di ognuno. Questa situazione è ormai esplosa sotto la scure della crisi politica, e dei partiti che negli ultimi anni ha impaludato il processo di riforma, dando ragione a un diffuso sentimento antieuropeo. Ma noi non posiamo pensare di essere competitivi senza prender parte attiva all’Europa. Dobbiamo credere in una Europa che non sia soltanto unione monetaria ma che possa svolgere il ruolo di vera entità politica, occupandosi di affari esteri, giustizia, diritti umani e civili. Anche per questo motivo l’Italia deve recuperare agibilità e snellezza nella sua articolazione strutturale. Le Regioni devono aprirsi alla sfida del futuro e guardare all’Europa come ad una opportunità per ridefinire, con sana autocritica, funzioni e missione, rivendicando una sorta di prerogativa nel dialogo col Governo sulle prospettive di sviluppo. Spesso – ha detto ancora Pittella – ci siamo sostituiti ad altri organismi, siamo diventati pervasivi ed abbiamo assunto responsabilità non proprie, anche nei confronto delle Autonomie locali. Questa tendenza deve essere invertita. Le Regioni poi, senza perdere la loro autonomia, possono svolgere funzioni importanti nell’individuazione, a livello centrale, di più precisi ambiti di sviluppo, ciò anche alla luce del processo di ridefinizione della Province. Se non governiamo questo tempo di grandi cambiamenti nei rapporti con lo Stato, rischiamo di essere stritolati dalla storia. Sono consapevole che abbracciare la strada delle riforme non porta consenso, ma se teniamo alla nostra Basilicata dobbiamo abbracciare questo nuovo corso. Nel dibattito in corso la posizione della Conferenza delle Regioni deve essere quella di abbracciare l’idea di una riforma, senza però far venir meno il ruolo delle stesse. L’adesione alle riforme proposte dal Presidente Renzi non equivale ad una cambiale in bianco, significa invece la precisa volontà delle Regioni di ritagliarsi un ruolo importante nel processo di riforma, rivendicando anche potere legislativo e precisi confini per le materie concorrenti. La Basilicata che concorre al 15% del fabbisogno energetico nazionale non può non avere una propria griglia normativa in tema di energia e salvaguardia del territorio.
Rispetto alle nostre competenze in materia di autorizzazioni ambientali dobbiamo tentare di mettere dei paletti per evitare un esproprio di competenze e il possibile conseguente uso del territorio. Su questa materia come Regione stiamo provando ad offrire anche spunti ai nostri parlamentari. Io non sono contrario all’utilizzo virtuoso del petrolio. E’ una risorsa del nostro territorio dalla quale, se bene utilizzata e nel rispetto di salute e ambiente, dobbiamo ottenere le migliori condizioni di occupazione e imprenditoria. Il clima di esasperazione su questo tema che proviene dal territorio è anche frutto degli errori che tutti noi abbiamo commesso in passato. Non dobbiamo sottrarci al dialogo e dobbiamo fare virtù di ogni spunto costruttivo. Solo unendo le nostre intelligenze possiamo far fare un passo in avanti alla nostra Basilicata”.

Apq Infrastrutture: si accelera sugli interventi del Piano Sud

L’Accordo di programma quadro rafforzato, sottoscritto dalla Regione Basilicata, dal governo e dall’Anas il 2 aprile scorso, ha impresso una forte accelerazione alla realizzazione degli interventi infrastrutturali previsti dal Piano nazionale per il Sud, a cui il Cipe aveva dato via libera l’8 agosto 2011. In particolare sono tre i progetti che saranno aggiudicati, in via definitiva, entro il 30 giugno 2014: la realizzazione della variante Tito-Brienza, che collega il viadotto autostradale Sicignano-Potenza per un costo totale di 125 milioni di euro, il primo lotto per la messa in sicurezza della Potenza-Melfi nel territorio di Avigliano per 32 milioni di euro, la costruzione della bretella di Lauria, la cui gara è stata aggiudicata in via provvisoria mettendo in campo oltre 6 milioni di euro per una strada di grande rilevanza non soltanto per il Comune ma per tutto il comprensorio, mentre sono stati riavviati i lavori per il II tronco-III lotto “Del Capo Posto 1° stralcio” sulla Strada statale 655 Bradanica (costo 15 milioni ) per completare i duecento chilometri di strada che unisce Matera a Candela.
E’ quanto emerso oggi da una riunione tra il presidente della Regione con gli amministratori degli enti locali interessati e l’Anas, per illustrare i contenuti Apq Basilicata Infrastrutture Stradali. In particolare, sono intervenuti alcuni consiglieri regionali, il presidente della Provincia di Potenza, i sindaci di Lagonegro, Lauria, Maratea, Melfi, Satriano e Tito, che hanno espresso apprezzamento quanto finora fatto dalla Regione. L’accordo consente di realizzare interventi strategici per rafforzare i collegamenti della Basilicata con i più importanti nodi infrastrutturali nazionali e migliorare la rete viaria regionale. Il tutto per investimenti complessivi pari a 1.359 meuro, a fronte di una copertura finanziaria di 391 milioni di euro, di cui 189 provenienti dal Fondo di coesione e sviluppo (ex Fas). Negli ultimi mesi, prima della sottoscrizione dell’Intesa, la Regione e l’Anas hanno velocizzato le procedure per poter giungere subito all’avvio dei cantieri e realizzare le opere programmate da diverso tempo, che, è stato spiegato nell’incontro, vanno nella logica di unire i poli della regione alle grandi direttrici viarie e infrastrutturali nazionali, considerando anche le esigenze di mobilità della popolazione all’interno del territorio.
Oltre al progetto per adeguare la Potenza-Melfi, che prevede altri due stralci, per un totale di 200 milioni di euro, sarà certamente utile per alleggerire il volume di traffico sulla strada e movimentare le merci l’ammodernamento della tratta ferroviaria Potenza-Foggia, che consentirà di agganciare l’alta velocità sulla linea Bari-Napoli, finanziato con altri 200 milioni di euro nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo.
Altri interventi compresi nell’accordo riguardano, in cui è in corso la progettazione ma con differenti tempi di aggiudicazione dei lavori, attengono alla costruzione dello svincolo per l’abitato di Tito e l’adeguamento dello svincolo Satriano (finanziati rispettivamente con 17 e 10 milioni), il Tronco I Valico di Pazzano sulla Salerno-Potenza-Bari, circa 21 chilometri per collegare la SS 407- SS 96 bis (costo in milioni 300) e i tratti Matera-Ferrandina-Pisticci (costo totale 300 milioni) e Gioia del Colle-Matera (costo totale 130 milioni) sull’itinerario Murgia-Pollino, l’intervento per l’eliminazione del pericolo caduta di massi sulla SS Tirrenica a Maratea (30 milioni di euro), 1°-2°-3° Lotto sulla SS “Fondo Valle Sauro” – Corleto Perticara – SP Camastra (costo in milioni 85), l’adeguamento strutturale, la messa in sicurezza dell’itinerario basentano (compreso il raccordo autostradale Sicignano-Potenza) e l’innalzamento dell’accessibilità al capoluogo (costo totale 40 milioni di euro) per finire al 1°e il 3° stralcio sul tratto Basentana-SS Sinnica (Pisticci-Tursi) sull’itinerario Murgia Pollino (costo rispettivamente: 53 milioni e 1 milione di euro).

Reumatologia al San Carlo: realtà di eccellenza

La reumatologia è punto di eccellenza dell’Ospedale San Carlo, in un quadro di attività di altissima qualità, che ha messo in campo percorsi virtuosi anche amministrativi e tecnico giuridici. E ciò va ascritto al merito del grande lavoro svolto dalla squadra dell’Azienda ospedaliera, a partire dal suo direttore Maruggi”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione, Marcello Pittella, intervenendo al San Carlo alla presentazione del progetto Irrcs per la Reumatologia.
“Nella finanziaria regionale – ha aggiunto Pittella – questo reparto, in particolare, viene valorizzato con la richiesta del riconoscimento di Istituto di ricerca scientifica (Irrcs).
Il San Carlo sta svolgendo un lavoro pregevolissimo, con uomini di grande spessore. Olivieri è il simbolo di questa realtà, invidiatoci in Europa, anche per la capacità di costruire le maglie di un complessivo virtuosismo e di mettersi in rete. Non sempre le aziende sanitarie o gli attori sanitari hanno saputo dialogare tra loro, spesso sono emersi punti di conflitto, ma ciò non accade al San Carlo”.
“Se mutueremo l’esempio di reumatologia – ha aggiunto Pittella – potremo dare ulteriore slancio alla sanità lucana, che, anche grazie al lavoro di chi ci ha preceduto, ha azzerato i saldi negativi sul piano economico. Ora si tratta di capire come migliorare. E io penso che si possa fare solo attraverso la rete tra la sanità del territorio e quella ospedaliera, come dimostra l’intesa tra ospedale San Carlo e Asp per la realizzazione di una piattaforma sanitaria comune. A tal proposito a noi tocca premere il pedale dell’acceleratore per realizzarla, come anche dobbiamo accelerare tanto sulla rete del diabete quanto su quella oncologica, che si deve fare e si farà, come concertato e condiviso da tutti. Abbiamo la necessità di accompagnare la società che soffre ed evitare che i percorsi virtuosi si fermino a causa di un eccesso di burocrazia”.
In riferimento all’Oscar del bilancio ottenuto dal San Carlo, Pittella ha affermato che “si tratta di un risultato non solo dell’ospedale ma di tutta la sanità lucana”.
“C’è bisogno di abbattere i tassi di emigrazione sanitaria e di fare un’analisi seria, per capire – ha continuato il presidente – dove sono i punti critici e mettere in atto strumenti idonei per aumentare l’attrattività della nostra regione. Perciò occorre recuperare, per la sanità, più risorse da mettere al servizio degli ammalati, razionalizzando i costi. Nella finanziaria, ancora, sarà disponibile un intervento per l’efficientamento energetico a vantaggio delle aziende sanitare. Il San Carlo – ha concluso – è una sorta di locomotiva regionale nel campo della sanità, in un rapporto di sinergia con tutti gli altri presidi. Solo se ci convinciamo che è vincente il gioco di squadra, riusciremo a portare a casa risultati convincenti per l’intera Basilicata”.

Manovra finanziaria: equità, economia e governance i punti chiave

Equità e tutela sociale. Sostegno all’economia. Governance e cooperazione territoriale. Sono i tre punti chiave della manovra finanziaria regionale per il prossimo biennio, presentata oggi, in una conferenza stampa dal presidente della Regione Marcello Pittella con gli assessori alle Politiche di Sviluppo e all’Ambiente e Territorio, Raffaele Liberali e Aldo Berlinguer, il direttore generale alla Programmazione e Finanze, Elio Manti. I disegni di legge “Legge di Stabilità regionale 2014”, “Legge di Bilancio 2014-2016” e con essa il “Collegato alla Legge di Bilancio 2014”, avvengono a ridosso di un obbligato esercizio provvisorio, determinato dalla fine anticipata della scorsa legislatura, ma già fiaccato da un periodo di lunga incertezza programmatoria e di vacatio istituzionale.
Tra le novità, la manovra prevede l’utilizzo della leva fiscale, in particolare dell’addizionale regionale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) per favorire la compartecipazione equa e solidale dei cittadini al finanziamento di interventi per il lavoro e l’inclusione sociale. In particolare, l’aliquota dell’addizionale regionale è incrementata per le fasce di reddito più elevate, fino ad un massimo dell’1,10% per i redditi imponibili oltre 75.000 euro. Le risorse derivanti dalla maggiorazione, calcolate in euro 4.000.000, saranno destinate esclusivamente al finanziamento del sistema integrato per il lavoro e l’inclusione sociale.
Ugualmente si sono rinvenute risorse utili al completamento dei pagamenti degli ammortizzatori sociali in deroga relativamente al 2013 (6 milioni di euro) e al differimento della conclusione del programma di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale (Copes), prorogato fino al 31 luglio 2014 (4.500.000 euro). Per quest’ultimo c’è l’impegno di una legge organica, finalizzata a restituire maggiori opportunità e migliori possibilità per un’occupazione stabile.
Nelle disposizioni finanziarie emergono anche evidenze di Spending Review. Sul versante della razionalizzazione e dell’economicità, si colloca l’istituzione della Stazione Unica Appaltante con stime previsionali non solo di risparmio netto, ma con condizioni operative improntate ad una nuova efficienza organizzativa.
A ciò si aggiungono le azioni di ristoro a favore di imprese e cittadini per alleggerire la strettoia creditizia e migliorare invece la sua circolarità. E’ prevista l’istituzione di un Fondo Rotativo Regionale per le imprese volto a facilitare l’accesso al credito delle imprese operanti in Basilicata con una dotazione pari a euro 7.500.000. In via sperimentale, un Fondo per l’Occupazione consentirà l’assunzione nelle imprese di nuovi lavoratori e la trasformazione dei contratti atipici e/o a tempo determinato con contratti di lavoro subordinato. La dotazione complessiva del Fondo è di euro 5.000.000 per gli esercizi finanziari 2014 e 2015.
Sarà data un’accelerazione al riordino del sistema di governo locale atte a promuovere la trasformazione delle Aree programma in Unioni di Comuni montani. Non mancano interventi volti al miglioramento dei servizi del trasporto pubblico locale e semplificazione burocratica per le agevolazioni alle Pmi secondo i principi di proporzionalità e adeguatezza volutamente assunti con lo Small Bussiness Act.
Anche sul fronte comunitario, forti della buona capacità di spesa dei fondi strutturali, si è disposta, al fine di garantire l’avvio immediato dei progetti connessi alla programmazione europea 2014/2020, l’anticipazione regionale di ben 26 milioni di euro, da destinare, in piena coerenza con il Quadro strategico comunitario, a progetti di riqualificazione edilizia, di sviluppo e di cultura con l’intento di voler rianimare il mercato regionale del lavoro e delle imprese.
Sostegno anche alla candidatura di Matera 2019 come Capitale europea della Cultura; sarà istituita la Fondazione “Matera-Basilicata 2019”.

Al congresso Cgil Basilicata: ci attendono riforme, facciamole insieme

Apprezzo l’approccio nuovo con cui il sindacato si prepara a cogliere le sfide del nostro tempo, badando al merito e ai contenuti delle questioni, e saluto con particolare favore questo modo di fare politica sindacale. La Cgil si conferma un’organizzazione capace di incidere nelle scelte strategiche e in grado di farsi interprete di proposte particolarmente qualificate”.
Ha esordito così il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, nel suo saluto al congresso della Cgil della Basilicata in programma ieri e oggi a Rifreddo.
“All’interno delle dinamiche di concertazione e dialettica – ha aggiunto Pittella – avete svolto un ruolo prezioso di proposta che dovrà necessariamente continuare nei prossimi cinque anni per assicurare, con il contributo delle altre parti sociali e datoriali, la prospettiva di crescita economica e sociale della società lucana”.
Il presidente della Regione ha proposto un patto al sindacato: “Datemi più tempo e aiutatemi a cambiare la Basilicata. Io, con voi, voglio provarci partendo da una visione ampia e duratura di sviluppo e di crescita della nostra regione, recuperando un ruolo importante della Basilicata nel Mezzogiorno. Penso – ha aggiunto Pittella – che dobbiamo, insieme, concorrere a disegnare un nuovo profilo che va oltre il perimetro della nostra regione, costruendo nel Sud e col governo le interlocuzioni utili perché questa terra possa godere degli investimenti infrastrutturali avanzati in grado di irrobustire il tasso di crescita sociale, economico e culturale della Basilicata”.
Nel ricordare di essere contrario ad un governo “fai da te o “al ci penso io”, il presidente ha posto al centro della dialettica tra le parti la partecipazione ai processi di cambiamento immaginando, con il contributo di tutti i sindacati, delle parti datoriali e delle associazioni un momento concertativo che individui priorità e strumenti intorno a dieci punti strategici”.
Ecco che il presidente della Regione ha confermato di voler “mettere in campo azioni equanimi e di giustizia sociale con particolare riguardo agli ultimi e ai penultimi”. Ha quindi citato il programma di lotta alla povertà “Copes, prorogato fino a luglio, che però dovrà essere sostituito da un nuovo strumento che metta in campo attive politiche del lavoro. Occorre riequilibrare una società che viaggia a due velocità: chi ha di più – ha aggiunto Pittella – deve pagare di più. Lavoriamo, già in questa Finanziaria regionale, ad accorciare le distanze e le differenze”.
Nel rappresentare la necessità di sburocratizzare la macchina amministrativa regionale, al fine di renderla più efficiente e sostenibile, il presidente ha affermato che occorre una manovra complessiva sul personale con cui si operi la riduzione dei dirigenti, si metta un punto fermo al precariato e si concludano i concorsi sospesi.
“Tutto ciò – ha spiegato Pittella – al fine di ripristinare le regole, dando alla politica un mandato preciso evitando che essa assume quel ruolo pervasivo del passato sempre criticato”.
Nell’annunciare l’approvazione, in giunta, del ddl a sostegno delle misure sul lavoro nero, il presidente della Regione ha ricordato che in finanziaria saranno allocati sei milioni di euro per chiudere la partita degli ammortizzatori sociali per tutto il 2013.
“Mettiamo insieme le criticità che ci sono – ha aggiunto Pittella – e costruiamo insieme un percorso virtuoso anche nel processo di riforme avviato, in questi mesi, con l’Arpab e a cui seguirà la riforma dei Consorzi industriali.
Rispetto ai temi legati all’ambiente e alle risorse naturali, il presidente ha confermato di voler “riprendere al più presto il tavolo sul petrolio, poiché ci sono da garantire la salute pubblica e la sicurezza del territorio, ma – ha avvertito – non utilizzare una risorsa come il petrolio in modo virtuoso è un delitto in un tempo come questo. Anche su questo voglio confrontarmi con il sindacato”

Alta velocità: sottoscritto l’appello della Gazzetta

Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, condivide la battaglia che da mesi “La Gazzetta del Mezzogiorno” sta portando avanti sulle pagine del giornale per avere treni ad alta velocità anche sulla dorsale adriatica. E per manifestare la propria adesione all’appello lanciato dal quotidiano pugliese, il governatore lucano incontrerà, a Bari, venerdì 21 marzo, alle ore 14, il direttore della Gazzetta, Giuseppe De Tomaso e il gruppo di lavoro che sta animando il “tour” del giornale nei diversi capoluoghi del Mezzogiorno.
Il presidente Pittella coglierà l’occasione offertagli da una delle più antiche e prestigiose testate giornalistiche del Sud per rilanciare il “patto” tra Basilicata e Puglia proposto di recente al collega pugliese, Nicki Vendola, nel corso del convegno organizzato dalla Cisl a Bari alla presenza del segretario nazionale Bonanni.
Sul piano dei collegamenti ferroviari – fa sapere Pittella – la Basilicata è fortemente interessata a rafforzare l’asse Salerno-Potenza-Taranto e la Matera-Bari per creare un effetto cerniera tra la dorsale adriatica e quella tirrenica nell’ambito di un più vasto disegno strategico che le Regioni meridionali devono porre in essere utilizzando, per la realizzazione di opere infrastrutturali di grande respiro, i fondi della prossima programmazione europea 2014-2020.