Al via stabilizzazione in Regione per 32 dottori in scienze forestali

images3URBBKUUParte il processo di stabilizzazione per trentadue dottori in scienze forestali che hanno operato presso la Regione Basilicata, con rapporto di lavoro a tempo determinato, nel settore dell’assistenza tecnica per la programmazione dei fondi per la forestazione.

Dopo la delibera di Giunta regionale con la quale sono stati determinati i fabbisogni occupazionali, la Regione procederà alla stabilizzazione con rapporto part time a tempo interminato dei tecnici forestali interessati, già vincitori di due concorsi pubblici, attraverso una selezione per titoli ed esami, che dovrebbe chiudersi entro il mese di giugno di quest’anno. L’intero percorso di stabilizzazione sarà scandito in tre annualità. I primi dieci lavoratori dovrebbero essere assunti nel 2015. I rimanti ventidue lavoratori, divisi in altri due scaglioni annuali di 10 e di 12, potrebbero essere stabilizzati, in virtù del previsto processo di mobilità di lavoratori dalle Province, nel 2017 e nel 2018.

Con queste scelte abbiamo voluto imprimere una svolta alla storia professionale di questi validi tecnici forestali, segnando un ulteriore traguardo per porre fine al precariato in Regione. Con loro – ha aggiunto Pittella – avevo assunto un impegno formale in questa direzione proprio negli ultimi giorni del 2013. Esser qui oggi a constatare il risultato raggiunto, dovuto soprattutto alla professionalità e all’abnegazione dei dirigenti regionali investiti della questione, significa dare ragione a chi come me ha sempre creduto che vedere ‘il bicchiere mezzo pieno’ aiuta a perseverare con tenacia e determinazione verso lo scopo prefissato.

#SoloUnAnnoFa

Chiudiamo un anno di duro lavoro ma anche di grandi risultati e soddisfazioni, nonostante il tempo difficile in cui viviamo. Con impegno, rigore e serietà, senza mai perdere ottimismo e fiducia, abbiamo affrontato sfide ed ostacoli. Molto è stato fatto, tanto ancora c’è da fare. Sintetizzati, qui di seguito, alcuni dei fatti più importanti di questi mesi appena trascorsi. Tra urgenze del presente e desiderio di futuro.

 

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#SoloUnAnnoFa

 

Società Energetica Lucana, efficienza energetica al centro della programmazione

imagesO5VOC3A5E’ stato presentato il primo bilancio di Sostenibilità sociale e ambientale della Società Energetica Lucana. I numeri parlano chiaro, a fronte di un costo complessivo annuo non superiore a 1 milione di euro, i benefici economici per la pubblica amministrazione lucana ammontano nel 2013 a quasi 3 milioni di euro con aspettative di ulteriori incrementi per gli anni futuri. Per il 2014 è di oltre 4 milioni di euro. Numeri così incoraggianti si collocano all’ interno di una nuova fase gestionale di una Società che mira a creare un modello virtuoso in cui le pubbliche amministrazioni partecipano attivamente con azioni concrete per promuovere, risparmio energetico, sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici.
La Sel, infatti, in virtù del patrimonio di informazioni sui consumi energetici territoriali di cui dispone è in grado di individuare i migliori investimenti sul territorio regionale in termini di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato e del sistema della pubblica illuminazione. Da non tralasciare, inoltre, un altro importante tassello che abbiamo introdotto a sostegno, rappresentato dall’Avviso Pubblico Regionale “Contributi per interventi di risparmio energetico su unità abitative private” che con una dotazione finanziaria iniziale di 10 milioni di euro punta sull’efficienza energetica quale motore di sviluppo sociale ed economico. Un percorso, questo, che inciderà direttamente sui costi energetici dei privati. L’ obiettivo non è produrre maggiore energia ma risparmiare  su quella che consumiamo, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile.

Statuto regionale, entro il 2015 l’approvazione definitiva

images14SHS8OWAccanto alle riforme degli enti strumentali e più complessivamente della macchina amministrativa regionale avviate, e in qualche caso già attuate, dal governo lucano, viene consegnata in questi giorni alla comunità di Basilicata la bozza di Statuto messa a punto dalla Prima Commissione Consiliare Permanente, presieduta da Vito Santarsiero.
Si tratta di un risultato importante, portato a termine in meno di un anno, che riempie un voto oggettivamente imbarazzante, essendo la Basilicata l’unica Regione a non aver modificato, ad oggi, la Carta statutaria varata nel 1971, pur in presenza delle nuove norme dettate dalla legge costituzionale del 1999 e da quella successiva del 2001.
Sento di dover personalmente ringraziare tanto Vito Santarsiero, quanto tutti i componenti della Prima Commissione, per aver fatto prevalere la linea del dialogo e del confronto costruttivo tra posizioni in qualche caso legittimamente differenti, superando gli steccati che in passato avevano ispirato la logica dei veti contrapposti.
Lo Statuto è per sua definizione la Magna Charta dei lucani. E non può che essere il frutto di una scelta condivisa della società di Basilicata nel suo complesso. Per cui bene ha fatto il presidente Santarsiero ad aver già messo in calendario, per le prossime settimane, una serie di audizioni delle forze economiche e sociali, dei sindacati, delle organizzazioni di categoria, dei comitati e delle associazioni di cittadini che vorranno esprimere il proprio parere sulla bozza varata in Commissione.
Credo che l’obiettivo che tutti dobbiamo darci sia quello di arrivare alla approvazione definitiva dello Statuto entro il 2015.
Le condizioni per farlo ci sono. E sono sicuro che con la buona volontà e il senso di responsabilità di tutti, così peraltro già manifestato in questo primo anno di legislatura, riusciremo a dotarci di una legge Statutaria al passo con i tempi, in sintonia con i bisogni della gente, oltre che con il ruolo e le funzioni che, a distanza di 43 anni, sono proprie della Regione del terzo millennio

 

“La Corte d’Appello di Potenza non si tocca”

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Non ho nessuna intenzione di fare a meno della Corte di Appello di Potenza. Sono pronto a dare battaglia, perché la Corte sia un presidio per la nostra regione, prima dialogando con la delegazione parlamentare e poi con il governo. L’ho detto chiaramente partecipando al seminario “La Giustizia al tempo dell’Innovazione. Riforme e buone pratiche per il governo dei processi organizzativi nel sistema giudiziario della Basilicata”, presso il Palazzo di Giustizia di Potenza.
Il confronto dedicato al tema dell’innovazione e della giustizia è importante perché interessa la nostra capacità di agire concretamente per rendere il sistema territoriale sostenibile, competitivo e funzionale alle esigenze di imprese lavoratori e lavoratori. Se il sistema giustizia fino ad ora ha retto è per la passione di chi vi opera e non da meno, per l’utilizzo virtuoso dei fondi europei. Le Regioni italiane grazie al ciclo di programmazione 2007 – 2013 del Fondo Sociale Europeo ha rappresentato una delle più significative occasioni di innovazione e miglioramento del sistema giudiziario italiano. Un’opportunità messa in campo con il progetto di “Diffusione di buone pratiche negli Uffici giudiziari”, scaturito dal protocollo d’intesa siglato nel 2008 tra Ministero della Giustizia, Dipartimento della Funzione Pubblica, Ministero del Lavoro e Regioni italiane che ha consentito di investire circa 45 milioni in tutta Italia e di esportare in quasi tutte le regioni la positiva esperienza di innovazione organizzativa.
Sulla scorta di quanto realizzato anche dal Tribunale di Potenza, l’obiettivo è di supportare un processo più ampio di miglioramento dell’organizzazione dei principali Uffici Giudiziari della Basilicata guardando a una più efficiente gestione delle risorse pubbliche. L’appuntamento di oggi è stato un punto di partenza per pensare alla nuova programmazione 2014 – 2020, ampliando il più possibile l’azione di sperimentazione ed innovazione tecnologica, ciò anche alla luce delle sfide che ci attendono per l’Agenda digitale. Sfide che non riguardano solo il comparto giustizia ma che attengono alla qualità dei servizi erogati. In questa direzione va il protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi a Matera con il ministro Maria Carmela Lanzetta. Un accordo che valorizza l’esperienza di decentramento amministrativo che la Regione ha portato avanti e che consente di avviare un percorso di buone pratiche da avviare anche in altre regioni italiane.

Firmato a Matera con il Ministro Lanzetta il protocollo per il riordino amministrativo

1511208_754297547989011_5920440324716086116_nA Matera con il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, abbiamo firmato un protocollo d’intesa per avviare una fase di confronto e sperimentazione inter-istituzionale con l’obiettivo di favorire il processo di riordino dell’architettura del territorio, individuando e condividendo buone prassi replicabili anche in altre realtà regionali.
In questo contesto saranno privilegiati gli ambiti di intervento relativi alle forme associative da parte delle autonomie territoriali, alla costituzione e avviamento delle Unioni di Comuni, all’efficientamento dei servizi, alla razionalizzazione dei sistemi di acquisto di beni e servizi ed alla diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione, in linea con quanto definito dall’Agenda digitale nazionale e da quella lucana.
È un’iniziativa certamente innovativa, che valorizza e promuove le buone pratiche regionali e dà una spinta al processo di riordino amministrativo, puntando sulle gestioni associate e su quelle Unioni di Comuni di cui da tanto si parla e che, dopo questo protocollo, potranno finalmente accelerare il proprio iter costitutivo.
L’ accordo prevede, inoltre, che la Basilicata faccia da Regione-pilota di un processo riformatore da mettere al servizio dell’intero Paese.
E se questo non può che inorgoglirci, al contempo sentiamo tutta la responsabilità e l’impegno organizzativo necessari a raggiungere l’obiettivo di garantire servizi di qualità al cittadino, con minori costi a carico dei Comuni, anche alla luce delle politiche di risparmio messe in atto dallo Stato.

 

L’azione del buon Governo non si ferma, al via la nuova legge sullo spettacolo

10850187_752153648203401_881665993592320560_nLa questione petrolio, in tutte le sue declinazioni è giunta ormai alla sue battute decisive, ha inevitabilmente occupato spazio e tempo delle ultime settimane. I miei e quelli di buona parte del mio governo. Ma a nessuno è sfuggita la rilevanza di alcuni provvedimenti e interventi che in queste stesse settimane hanno visto la luce.
Parlo della legge regionale sullo spettacolo, che colma un vuoto normativo ormai non più tollerabile, vera rivoluzione culturale come molti operatori del settore l’hanno definita. Una legge che per la prima volta distingue linguaggi (musicali, teatrali, cinematografici…) e strumenti di programmazione, riconosce professionalità, funzioni e ruoli legati all’occupazione. E rilancia, complessivamente, l’offerta culturale regionale, riconoscendo premialità ai professionisti dello spettacolo o a coloro che vogliono diventarlo. Applicando, di fatto, criteri di contribuzione mai sperimentati prima.
E ancora, del Reddito minino di inserimento. Ossigeno per la platea di quegli ultimi e penultimi che il governo regionale ha deciso di non abbandonare. Strumento finanziato con circa 40 milioni di euro l’anno a cui va aggiunto uno specifico fondo per Province e Comuni.
Dal prossimo gennaio, sarà poi operativo Il “Nuovo Sistema di Valutazione” regionale grazie al quale cittadini, associazioni, imprese, professionisti potranno essere informati – consultando il sito istituzionale dell’ente – sulle attività, i servizi, la qualità dell’operato e la tempistica degli uffici. Un sistema che esalta la trasparenza degli obiettivi, la chiarezza dei rapporti e la responsabilità delle azioni, nella convinta consapevolezza che solo in questo modo è possibile praticare quel cambiamento della gestione della macchina amministrativa predicato e poco praticato. Perché a cambiare è il metodo di valutazione nel suo complesso, un metodo condiviso con gli stessi dipendenti che inaugura quella stagione di partecipazione e trasparenza da tempo attesa.
Non ultimo dato da rilevare l’inserimento, tra i requisiti contenuti nel bando per l’efficientamento energetico, del nuovo modello Isee per la certificazione dei redditi che renderà la misura maggiormente equa in fase di valutazione. Una modifica introdotta, auspicata da più soggetti, e che giustifica il ritardo nell’avvio del bando.
L’azione del buon governo non si ferma. Neppure quando i riflettori sono puntati altrove.

 

Diffida Fenice, per il Governo regionale è un atto dovuto

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Ieri ho voluto convocare una conferenza stampa d’urgenza per chiarire la posizione della Regione e illustrare gli atti concreti messi in campo sulla questione Fenice di Melfi. Il 2 novembre scorso un episodio molto grave ha riguardato la struttura e allarmato non poco i cittadini e le autorità preposte alla salvaguardia dell’ambiente. ARPAB, dopo aver tempestivamente avviato un’interlocuzione che chiarisse la natura delle sostanze presenti nella colonna di fuoco rossastra proveniente dal camino di smaltimento rifiuti speciali, ha ritenuto non soddisfacente la documentazione pervenuta ed ha relazionato al Dipartimento Ambiente evidenziando e sottolineando una complessiva inadeguatezza nella conduzione imprenditoriale e industriale dell’attività da parte di Fenice. Ecco perché abbiamo deciso di diffidare la società Fenice e di sospendere le attività del forno a tamburo rotante per l’incenerimento di rifiuti speciali. E’ un atto dovuto che ben rappresenta l’intendimento, il dovere e la missione mia e dell’intero Governo regionale di controllare in maniera puntuale e certosina ogni attività industriale che impatta sul nostro ambiente, affinché i nostri cittadini siano messi in condizione di vivere in un luogo salubre. Sappiamo di aver bisogno di recuperare il tempo perduto, velocizzando le procedure e migliorando, come stiamo già facendo, la dotazione tecnologica della nostra Arpab. Ma sappiamo anche che scelte e posizioni chiare e risolute necessitano di studi, monitoraggi e mappature dell’intero territorio lucano, e soprattutto tempo per approfondire. La delicatezza e la complessità del momento, di contro, impongono interventi concreti, netti, a tutela della salute pubblica e indirizzati a recuperare un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini che vede impegnati tutti, nonostante diversità di vedute, nell’unico comune intenti di salvaguardare la nostra Basilicata.

Il Consiglio e la Piazza più vicini

imagesPHWIVWYRSe per un attimo provassimo a superare diffidenza, incredulità, invettive, disinformazione e avversità politiche, ci renderemmo conto che quella di giovedì scorso in Consiglio regionale e nella piazza è stata una grande occasione e vorrei provarne a ripercorre alcune tappe, con l’obiettivo di mettere tutti nella condizione di capire ciò che accade.

Succede che cento, mille, cinquemila giovani scendono in piazza, come da tempo non accadeva, e chiedono a gran voce di impugnare l’articolo 38. A loro si aggiungono i cittadini, le associazioni, forze politiche.

Scendono in piazza per l’articolo 38 e non solo. A difesa di ambiente e salute, e non solo. Scendono in piazza tra gli slogan e le urla, lì dove serpeggiano la fiducia tradita, le aspettative disattese, le speranze mancate. E chiamano in causa una classe politica che nel tempo non ha saputo far compiere alla Basilicata quello scatto in avanti che tutti si aspettavano. E’ comprensibile, è inevitabile.

Arrivato alla presidenza un anno fa, la situazione è drammatica. Il patto ci strangola, il memorandum è al palo, di  investimenti nemmeno l’ombra, la riforma dell’Arpab non c’è, la carta del bonus è a zero da mesi. Inizio da subito il dialogo col governo, con il Ministro Guidi e la sua squadra. Le cose sembrano iniziare ad andare per il verso giusto: in pochi mesi la card “elemosina” si trasforma in una social card per gli ultimi e il patto si sblocca dando respiro alle imprese. E poi lo SbloccaItalia, un provvedimento che sembra restituire alla Basilicata 15 anni di disinteresse da parte dei governi nazionali. Le ridà risorse, speranze, investimenti, all’interno di una visione. Ma non basta. Tutti noi vogliamo di più, vogliamo “il massimo” per i nostri cittadini, per le comunità, per i territori.

Vogliamo, innanzitutto, poter decidere se e dove estrarre, perché siamo certi di poter intrepratare al meglio potenzialità ed aspirazioni dei territori (anche se non sempre lo si è dimostrato). E’ una richiesta corale, l’ultimo tassello per quella che potrebbe costituire una vittoria incredibile per la Basilicata.

Siamo a giovedì. La piazza si fa sentire. Studenti, mamme, cittadini, curiosi, scelgono di saltare la scuola, il lavoro, di impegnare tempo per dire, “per dirci”, che non approvano, che sono stanchi, che vogliono di più, che dobbiamo impugnare lo SbloccaItalia. La decisione passa al Consiglio che, dopo aver ascoltato maggioranza, opposizioni e piazza, prova a tenere assieme realismo politico e ideali popolari, scegliendo la via della responsabilità, quella di guidare il fermento del popolo, pur dando fiducia al governo al quale si chiede di modificare il fatidico articolo 38. La via intrapresa, quella del dialogo, finora si è rivelata vincente avendoci consentito di portare a casa altre modifiche essenziali, e si fonda su un patto tra istituzioni e cittadini nel quale dobbiamo ricominciare ad avere fiducia.
E’ chiaro, ed è scritto nella risoluzione approvata in consiglio da una ampia maggioranza, che se non dovessimo registrare i risultati aspettati, siamo pronti a percorrere l’unica e l’ultima strada possibile, l’impugnativa. Per questo abbiamo allertato già uno studio di avvocati costituzionalisti dandoci fin da subito appuntamento a gennaio.

Ci tengo a dire che la storia non sarebbe stata questa senza l’impegno dei lucani tutti, dal Parlamento alla Piazza, senza quelle urla che ci hanno ricordato ancora di più di avere una missione di rappresentanza. Certo, poi sta a noi ragionare, formalizzare, assumerci le responsabilità delle scelte, raffreddando le passioni per farle diventare risoluzioni, metabolizzando le idee per farle diventare proposte.

Non possiamo venir meno agli accordi del ‘98, né rimettere oggi in discussione la scelta strategica di un utilizzo virtuoso della risorsa petrolio, in disponibilità dello Stato italiano, ma siamo fermamente convinti che al nostro contributo alla bilancia energetica nazionale, dovrà corrispondere quella ricaduta imprenditiva, occupazionale e di sviluppo che i lucani aspettavano da quindici anni. L’aver ottenuto, con il 30% dell’Ires versata dalle compagnie, la copertura finanziaria del famoso quanto “improduttivo” memorandum per le infrastrutture, inseguita invano da anni, mi sembra già un risultato che va in questa direzione.
Siamo però tutti d’accordo nel voler adottare un modo nuovo, virtuoso e trasparente di utilizzo delle royalties che garantisca sviluppo e visione, orientando le scelte future alle energie alternative e al superamento del fossile.

Se vinceremo questa battaglia, e la vinceremo tutti assieme, potremo davvero dire di essere riusciti in un miracolo, qui, nella piccola Basilicata.

Passata qualche ora dalle tensioni di giovedì, dobbiamo provare – come sto facendo – a tenere dentro la piazza e il Consiglio, per alcune ore più vicini di quanto si possa immaginare. E il vostro contributo, cari ragazzi, è stato fondamentale per ottenere questo risultato.

Ora dobbiamo superare le divisioni e la sfiducia, mettendo a valore il contributo straordinario che in queste settimane ci avete consegnato.

Addio Mango, un lucano autentico orgoglio della nostra terra

10428459_750537345031698_8430436148986022478_nAddio Mango. Lucano autentico, voce unica per generazioni come la mia ed esempio per i talenti che verranno.
Era un poeta, un uomo colto, che faceva onore alla Basilicata e a tutto quel mediterraneo che bene aveva cantato, raccontandone l’anima, la bellezza, l’incanto. Era incontestabilmente la voce più bella della nostra terra e se n’è andato lasciandoci il cuore pieno di nostalgia, pur certi che un pezzetto della sua arte rimarrà in ogni persona che lo ha conosciuto, che delle sue canzoni, e con le sue canzoni, si è innamorata.
La Basilicata era la sua culla ma anche il suo porto sicuro, ed è anche la terra in cui ha lasciato questo mondo.
Prendo in prestito le parole dal lucano Andrea di Consoli che di lui, in un bellissimo pensiero di commiato, lo definisce uno che “Aveva saputo amare la sua terra senza farne motivo di ideologia, di moina psicologica, di rabbia. Era normalmente, naturalmente lucano.”
E spero che da lì possa continuare a ispirare il cammino dei tanti giovani lucani che sognano i palchi e sperano che la passione per la musica possa trasformarsi in un lavoro.
Alla famiglia, ai suoi amici, al suo staff va il mio pensiero in queste ore dove la tristezza per la scomparsa viene accompagnata dall’incredibile affetto che stanno dimostrando per lui i suoi fan, i suoi amici cantanti, i lucani e gli italiani tutti. Che questo sentimento lo accompagni in cielo insieme alla sua stupenda voce, che nulla aveva meno di quella degli angeli.