Eccellenza reverendissima, carissimo Mons. Salvatore Ligorio,
sono grato ed onorato per l’opportunità che mi viene offerta di accoglierLa qui, a Potenza, e di porgerLe il saluto affettuoso della comunità lucana, nel giorno in cui, per volere del Santo Padre, Ella si appresta a raccogliere l’eredità di mons. Agostino Superbo, alla guida della Diocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsiconuovo.
Da Presidente della Regione Basilicata, ho avuto il piacere di incontrarLa più volte nella Sua Diocesi, a Matera, in anni che ci hanno visto entrambi impegnati a perseguire obiettivi ambiziosi e strategici per la Città dei Sassi e non solo, facendo tesoro dell’alto spirito di servizio manifestato negli anni del Suo lungo Magistero in terra lucana, a partire da quell’ormai lontano marzo 1998 in cui Lei giunse a Tricarico.
Tra i vescovi della Chiesa lucana, presenti all’interno della Conferenza Episcopale, Ella può vantare il più lungo servizio reso alle Chiese di Basilicata, a ulteriore riprova della Sua approfondita conoscenza della nostra gente, sparsa in un territorio dalle molteplici diversificazioni, che a loro volta rendono diverso l’approccio pastorale a cui è chiamato il responsabile della Diocesi.
Tricarico, Matera, Potenza sono luoghi spirituali, culturali, sociali e cristiani caratterizzati da profonde radici, ma anche da autonome specificità, dovute alle loro secolari storie antropologiche, civili e sociali.
Nello stesso tempo però queste Diocesi hanno un fattore comune: quello di essere figlie di una identica religiosità popolare, che Paolo VI, amico stimatissimo del prete lucano di Sasso di Castalda, don Giuseppe De Luca, amava chiamare “pietà popolare”, cioè religione del popolo.
Di sicuro, Sua Eccellenza, servendo Chiese di antichissima storia civile e religiosa come lo sono quelle di Tricarico e Matera avrà sperimentato “come la pietà popolare genera nei poveri e nei semplici atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado; pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione”.
Comunità e territori che a partire dal dopoguerra hanno generato profondi processi di evoluzione antropologica, sociale e nello stesso tempo religiosa.
Stimatissimo mons. Ligorio, è toccato a Lei, in qualità di Vescovo di Matera, accompagnare la Città nella lunga ed esaltante corsa per la conquista del titolo di Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019, in quella che è stata una sfida corale ed unitaria vinta dall’intera regione Basilicata, grazie ad una straordinaria mobilitazione di popolo che ha saputo guardare oltre gli angusti limiti dei confini campanilistici.
Toccherà nuovamente a Lei, Eccellenza Reverendissima, accompagnare nei prossimi anni le Istituzioni democratiche della Basilicata in quella che sarà una ulteriore, decisiva sfida: rafforzare l’unità regionale, attraverso il dialogo e la collaborazione tra territori, in un confronto costruttivo e solidale, basato su progetti condivisi di sviluppo tra i due Capoluoghi, Potenza e Matera, e tra questi e gli altri 129 Comuni della regione.
Ci aiuti, Eccellenza, a vincere questa nuova, impegnativa sfida.
Così come ha fatto in questi anni, da Matera, ci faccia sentire anche da Potenza il calore del Suo abbraccio paterno, dei suoi saggi consigli, dei richiami costanti rivolti al popolo di Dio per superare, attraverso il dialogo e il reciproco ascolto, incomprensioni e divisioni.
E’ inderogabile la concertazione di intenti delle Istituzioni civili e, per quanto possibile, nel reciproco rispetto dei ruoli, con quelle della Chiesa nell’elaborare progetti idonei ed efficaci per valorizzare le ricchezze della Basilicata.
Una radicata presa di coscienza personale e collettiva del popolo lucano, tesa a provocare un serio rinnovamento del costume, della politica, delle strutture, dell’offerta lavorativa ai nostri giovani deve essere la meta comune di un impegno collettivo e unitario di promozione e sviluppo socio-economico.
Mi consentirà, Eccellenza, di richiamare la necessità, da Lei ricordata anche di recente, di fare una profonda esperienza della misericordia di Dio, che va vissuta come un dono riservato a tutti, credenti e non, sulla scorta dell’insegnamento di Papa Bergoglio. E la nostra speranza è di poter vivere una tappa importante dell’anno giubilare in corso, dedicato alla misericordia, proprio con Sua Santità.
Nella sua immensa saggezza, Papa Francesco ha voluto che fosse un Buon Pastore, proveniente dall’altra provincia lucana a fare da collante spirituale tra Matera e Potenza, raccogliendo il testimone di mons. Agostino Superbo, al quale voglio far giungere, anche in questa circostanza, dopo averlo salutato ufficialmente lo scorso 5 gennaio, il riconoscimento dell’Istituzione che rappresento per quanto egli ha fatto nel suo lungo Magistero in terra lucana.
Il Santo Padre non poteva fare scelta migliore, proprio perché Ella, mons. Ligorio, è conoscitore dei tanti problemi che affliggono le nostre comunità ed è al contempo persona prossima ai poveri e pastore ricco di speranza.
Non mi è sfuggita la testimonianza accorata e un po’ sofferta innescata dalla separazione dalla Chiesa di Matera e vedo numerosi fedeli provenienti dalle diverse comunità parrocchiali presenti qui a Potenza, per accompagnarLa spiritualmente e augurarLe ancora una volta ogni bene per i compiti a cui Ella sarà chiamata sin da domani a dare seguito.
Eccellenza carissima, Potenza città capoluogo della nostra Regione, pur se immersa in tante problematiche istituzionali, saprà di sicuro aiutarLa in un servizio spirituale di alto profilo, per una attenzione rafforzata ai poveri, per tutto ciò che compete alla Chiesa, per riprendere per mano il mondo giovanile, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani, in particolar modo coloro che raggiungono livelli di alta formazione universitaria, spesso posta al servizio di altre regioni del Nord, oltre che dell’Europa e del Mondo.
La comunità lucana, e quella potentina in particolare, hanno molto apprezzato alcuni importanti richiami contenuti nella Sua lettera inviata alla Comunità del capoluogo di regione, a proposito della opportunità di curare le ferite ancora aperte nella coscienza collettiva della città, attraverso un atto di riconciliazione nella giustizia e nella carità.
Eccellenza, la Chiesa potentina ha scelto di diversificare il momento del saluto civile da quello ecclesiale e ha scelto, per il saluto delle Istituzioni, questo luogo presidiato da San Gerardo, Patrono della città e della Chiesa diocesana, luogo assai caro ai potentini, segno miracoloso nei giorni della festività a Lui dedicata perché capace di aggregare il popolo di Dio, che in special modo sente e si appassiona nel fare memoria della sua storia religiosa.
Fiore all’occhiello dell’impegno religioso di San Gerardo La Porta furono l’intenso apostolato per i giovani e la grande attenzione ai poveri e alla cultura del tempo.
Nel percorso spirituale che Ella si appresta a compiere, partendo fisicamente da questo luogo alla volta della Cattedrale, il saluto che la Città e la Regione le riservano dinanzi al Tempietto dedicato a San Gerardo, sia di buon auspicio per il lavoro pastorale che La attende.
Grazie sin d’ora, a nome dei lucani, per il Suo impegno e soprattutto per le parole di speranza e solidarietà che, ne sono certo, non ci farà mancare, in uno con la preghiera e la Sua benedizione paterna.