Il governatore lucano è intervenuto alla cerimonia per l’intitolazione dell’Auditorium dell’oncologico di Rionero in Vulture, all’illustre cittadino scomparso dieci anni fa. Presente anche l’assessore Flavia Franconi
“Il futuro del Crob non è a rischio, e non è a rischio proprio grazie all’intuizione di Cervellino, che qualificò questa struttura per specificità, andando oltre l’idea di struttura sanitaria generalista”. Ad affermarlo, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, nel suo intervento conclusivo nel corso della cerimonia di intitolazione dell’Auditorium dell’Irccs-Crob di Rionero in Vulture, alla memoria di Enzo Cervellino, a dieci anni dalla sua scomparsa. Insegnante, consigliere, assessore regionale negli anni Settanta e sindaco della cittadina fortunatiana, Cervellino fu tra gli esponenti della vita civile e amministrativa che si prodigarono per la realizzazione del nosocomio mono-specialistico ad indirizzo oncologico. All’iniziativa, moderata dal direttore de “La nuova del Sud”, Clemente Carlucci hanno dato il loro contributo – prima che Pittella scoprisse la targa – il direttore generale dell’Irccs-Crob, Giuseppe Nicolò Cugno, il sindaco di Rionero, Antonio Placido, l’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi, ed anche Giuseppina, figlia di Enzo Cervellino e lo storico Gianpaolo D’Andrea. “Cervellino – ha detto Pittella – è vissuto in un tempo della politica in cui una stretta di mano aveva più valore di un atto notarile. Ora invece c’è sfiducia, prevale la diffidenza, c’è una spinta alla velocità di espressione che non sempre corrisponde all’approfondimento e alla verità delle cose. Dobbiamo ripartire dall’esempio lungimirante di uomini straordinari come Cervellino. Dobbiamo recuperare valori come il rispetto dell’uguaglianza, della solidarietà, dell’inclusività, dell’appartenenza. Cervellino – ha ribadito Pittella – è stato lungimirante, è stato uno dei primi europeisti. Dobbiamo recuperare la lezione etica che Cervellino ci ha consegnato: ha lavorato per una ricostruzione morale del suo territorio, offrendo le sue qualità di educatore partendo dagli ultimi e dai penultimi. Poi, però, Cervellino ha provato, con la missione politica, a pensare ai primi e ai secondi, a coloro che sono tali per merito e per competenza. Dobbiamo ammirare – ha detto ancora – lo slancio e il coraggio di Cervellino, quando iniziò ad immaginare una struttura sanitaria non generalista. All’epoca non fu capito subito da tutti, ma osò guardare oltre e lontano. Il Crob oggi è un ponte verso l’innovazione e la ricerca, un ponte che ci collega all’Europa e al mondo. Per questo motivo dobbiamo garantire al Crob tutto il sostegno di cui ha bisogno. Abbiamo bisogno di abbracciare la strada delle riforme e del rinnovamento: è il tempo – ha concluso il governatore – di abbracciare le sfide alla Cervellino”. “Essere invitata all’intitolazione di un luogo dove si fa scienza – ha detto l’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi – mi commuove. Enzo Cervellino era un uomo di cultura, e la cultura è necessaria e indispensabile anche per fare sanità. E’ importante mettere al centro una cultura gestionale e organizzativa, favorire l’apertura all’innovazione che può portare la scienza. La novità sostanziale – ha aggiunto la Franconi – è che per la nostra regione vogliamo costruire un sistema flessibile, con l’obiettivo di offrire servizi sempre migliori per i cittadini”. In riferimento alle attività del Crob l’assessore ha ricordato “il merito della struttura di non essere rimasta chiusa nei confini di una cittadina, ma di essersi estesa verso la regione e verso l’Italia. Ma adesso, in un’epoca di globalizzazione, bisogna puntare all’Europa e al mondo”.