Un anno dalle primarie,
Sento ancora la tensione di quei giorni, la rivivo sulla pelle.
Giorni di rincorse, capitomboli, discese e risalite.
Quel senso di vuoto dei momenti più bui, l’irreparabilità di certe scelte e rotture. E poi, solo un boato.
Il calore della gente che mi esplode intorno.
Io che mi agito sul palco e le parole escono da sole.
Le idee si fanno sempre più chiare. Le scelte sempre più nette.
Tornare indietro? Impossibile.
Poco più di un’ora e, mentre le immagini scorrono, cresce dentro tutti la consapevolezza che qualcosa è cambiato. Un meccanismo irrefrenabile, un tempo nuovo. Lo leggo nei sorrisi e tra le lacrime, negli abbracci e nella rassegnazione, negli sguardi divisi tra rabbia e speranza.
Che cosa chiedevano quegli occhi che messi tutti in fila avrebbero illuminato la notte?
Qualcuno che potesse convincerli, rassicurarli, spiegargli le ragioni di una scelta così “ostinata e contraria”.
Il ricordo di quel palco, di quella grande festa di popolo che ha creduto nel mio stesso sogno, mi rende ancora emozionato come allora. E quasi mi commuovo a rivedere quelle immagini.
Era solo l’inizio di un’avventura straordinaria quella delle primarie di un anno fa, di una vittoria inaspettata quanto sperata. Mi sentivo forte, come forse non lo sono mai stato, convinto che fosse il tempo di scegliere una strada nuova, di rompere un equilibrio che non mi rappresentava più.
Sono partito da lì e da loro per riscrivere una nuova pagina lucana, per provare a dar vita a quella rivoluzione democratica che, come ho detto, è semplicemente il tentativo di ripristinare una normalità perduta. Nei rapporti tra le istituzioni, nel rapporto tra cittadini e classe politica. Il lavoro per riuscirci è ancora lungo. Non sono mancati e non mancheranno tentativi per sfaldare quell’unità di popolo e di intenti per cui mi sto battendo. Ma sento ancora la stessa forza e l’entusiasmo espressi da quel palco del Don Bosco, e come allora sento vicini voi.
Per questo sono sicuro che ce la faremo.