Rispondere a questa emergenza sociale
Non ci si deve nascondere dietro un dito: c’è un’emergenza sociale così grave che spesso ci impedisce di occuparci compiutamente di programmazione. Abbiamo assistito e dovuto far fronte ad un taglio di finanziamenti in settori strategici quali scuola, ricerca, innovazione. E facciamo fronte a ciò che ci viene negato con nostre risorse. Risorse che non sempre bastano.
Non ci sono bacchette magiche da usare, ma idee chiare su sviluppo e lavoro.
L’ho detto questa mattina al convegno organizzato dal Cestrim di Don Cozzi e dedicato a quegli ultimi e penultimi di Basilicata a cui guardiamo con preoccupazione e indirizziamo molte delle nostre azioni.
Stiamo lavorando infatti ad una legge di modifica della normativa antiusura, frutto proprio di un attento lavoro portato a termine dal Comitato antiracket e antiusura; abbiamo dato alcune, parziali, risposte alle famiglie degli alluvionati del Metapontino; la giunta regionale ha anche approvato una legge contro il lavoro nero e per per l’integrazione e l’accoglienza dei lavoratori extracomunitari e dei rifugiati politici. Si sta lavorando per mettere a punto un provvedimento che garantisca il reddito minimo di inserimento. Ci sono poi piani sociali da riscrivere e attenzioni da dedicare soprattutto al terzo settore.
La priorità sono le platee sempre più numerose di bisognosi. Per questo, credo sia necessario a breve attivare un tavolo per riscrivere insieme un nuovo modello di stato sociale e per dare risposte adeguate ad una società così cambiata.
Questa Basilicata si salva solo se riscopre una unita di fondo.