Inchiesta petrolio, la comunicazione di Pittella
Il presidente della Regione Basilicata è intervenuto in Consiglio regionale: “Rafforzando il sistema di controllo vogliamo ridare fiducia ai cittadini”.
Faccio appello a tutti, alla Basilicata positiva, alle tante persone per bene di non alimentare il tritacarne mediatico e di attendere con serenità, con pacatezza, con senso di responsabilità il giudizio formale della magistratura a cui consegniamo la nostra fiducia più totale per il complicato lavoro che sta conducendo.
Lo ha detto in serata il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, intervenendo in Consiglio regionale in relazione all’inchiesta riguardante le estrazioni petrolifere in Basilicata.
“Quella di oggi – ha aggiunto Pittella – è una discussione che sicuramente va aggiornata sulla base degli sviluppi che via via emergeranno dall’indagine. Ma mi sia consentito, nel frattempo, esprimere in questa sede la mia grande, enorme amarezza per i colpi bassi che arrivano nei confronti della nostra regione che in questi due anni e mezzo è riuscita a porsi all’attenzione del mondo per Matera, per il lavoro sulla cultura, ma anche per la profonda azione di riforma messa in campo in un tempo molto complicato, sia per la difficile congiuntura economica sia per la continua transizione della politica.
Certo, il cammino da fare è ancora lungo, ma di chilometri ne abbiamo già macinato molti invertendo i numeri negativi che abbiamo trovato due anni e mezzo fa grazie a un lavoro animato da etica istituzionale e dall’obiettivo di dare un nuovo orizzonte di fiducia ai lucani, ai nostri figli.
L’amarezza è acuita dalla considerazione che la Basilicata è finita in una sorta di circo mediatico dai contorni eccessivamente politicizzati, non sempre rispettosi delle potenzialità che oggettivamente questa terra esprime.
Si badi bene: non sottovaluto il monito che già da tempo il procuratore capo nazionale della dda aveva consegnato alla Basilicata circa il rischio di infiltrazioni criminali legate alla imprenditoria ambientale e non mi sfugge che quanto accaduto ci spinge ad offrire alla magistratura massima collaborazione, responsabilità e fiducia totale. Ma alla magistratura chiediamo sommessamente di stringere i tempi per consegnare ai lucani una visione chiara su quanto accaduto.
Nel frattempo invito la politica a non alzare i toni, a non esasperare concetti, a non elaborare illazioni, a evitare di costruire sentenze prima ancora che queste vengano formulate perché è su altri campi che si gioca la battaglia se vogliamo consegnare al paese la immagine di una classe dirigente che oggettivamente prova a guadagnare terreno nel rapporto di fiducia con i cittadini, con etica e responsabilità, a modificare errori nel passato, a colmare vuoti e criticità.
Sono dispiaciuto quando qualche giornalista definisce la Basilicata come la regione del Cristo che si è fermato a Eboli, o del doroteo don Emilio Colombo, in senso dispregiativo perché bisogna riconoscere i meriti degli uomini di Stato. Così come è antipatico essere etichettati come coloro che sono stati condannati per rimborsopoli quando non c’è ancora una sentenza definitiva. Se saremo condannati ne prenderemo atto serenamente e con responsabilità. Ma al momento facciamo prevalere il buon senso e le prerogative di uno stato di diritto.
Sono, inoltre, molto preoccupato se l’ipotesi di disastro ambientale dovesse essere confermata. E chi di noi non lo sarebbe. E dico che se venisse confermata questa ipotesi non ci sarebbe alcuna attenuante per i responsabili. E noi abbiamo già dato disposizione al nostro Ufficio legale di costituire la Regione parte civile contro i responsabili di eventuali reati ambientali commessi ai danni della Basilicata. Ma prima di esprimere giudizi, prima di condannare persone occorre verificare, conoscere. Ed è questo il punto chiave: i controlli, la facoltà di esercizio dei controlli, delle effettive procedure possibili, delle mille competenze che si sommano in modo parcellizzato.
L’Arpab è nata nel ’99, abbiamo recuperato atti dal 2001 e dobbiamo andare avanti per comprendere cosa ha fatto e cosa eventualmente non ha fatto. Per quel che ci riguarda abbiamo cambiato i vertici per ben due volte in questo primo scorcio di legislatura. Lo abbiamo fatto con responsabilità per dare vigore alle attività di controllo. Comprendo bene che nella percezione dei cittadini non c’è fiducia in generale in alcuna istituzione.
L’Arpab probabilmente non ha raggiunto quel grado di efficienza che tutti ci aspettiamo. Ma anche per questo abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio Renzi di predisporre una legge di riforma delle arpa per renderle più efficienti e in grado di metterle grado di effettuare i controlli senza limiti. Ed è anche per questo che abbiamo provato, un po’ per provocazione, ad approvare oggi in giunta un ddl che recupera risorse in grado di innovare il parco tecnologico dell’Arpab e di iniettare nuove intelligenze. E stiamo pensando di costruire una struttura di missione chiedendo ad altri soggetti esterni di qualificata preparazione scientifica di accompagnarci in questo viaggio. Tutto questo per ridare serenità ai cittadini”.