Sanità, da intesa Asp e S. Carlo rete delle “dimissioni protette”
Si seguirà passo dopo passo la presa in carico del paziente cronico dal momento del ricovero in ospedale fin dopo le dimissioni verso le strutture pubbliche e private o verso l’assistenza domiciliare
Nasce la “Rete integrata dei servizi per la gestione delle dimissioni protette” grazie a un’intesa tra l’Asp e l’Azienda sanitaria ospedaliera “San Carlo”, che avvia un percorso comune di gestione del paziente. Un primo passo che intende coinvolgere tutte le strutture sanitarie regionali, sia pubbliche che private.
Il protocollo tiene conto delle radicali mutazioni in atto nel quadro epidemiologico. L’applicazione pratica inizialmente sarà curata dal Pronto soccorso e dai reparti delle due aziende e consentirà la visualizzazione dei posti letto disponibili e la prenotazione degli stessi.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina nella sala “Verrastro” della Regione Basilicata nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il presidente della Regione, Marcello Pittella, l’assessore regionale alle Politiche della Persona, Flavia Franconi, e i dirigenti generali dell’Asp, Gianni Bochicchio, e dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo, Rocco Maglietta.
“La collaborazione tra il San Carlo e l’Asp – ha detto quest’ultimo, aprendo i lavori – mira a rendere più vivibili sia l’ospedale che il territorio. Noi abbiamo un problema di fondo: l’ospedale è costruito e strutturato per gli acuti ma sono sempre più i pazienti cronici. Ricoveri troppo lunghi e inappropriati sono una criticità forte. E quindi puntiamo, con una forte sinergia con l’Asp, a restituire il paziente al territorio, alla cura domestica o nelle strutture specializzate”.
Il dg Asp Bochicchio ha preso la parola subito dopo che sono stati illustrati, attraverso slide, gli aspetti innovativi nella cooperazione interaziendale. “I problemi di comunicazione con l’utenza – ha tenuto ad evidenziare – sono in via di risoluzione grazie ai nuovi sistemi informatici. E’ infatti possibile superare le criticità tra ospedale-territorio grazie a questo nuovo servizio integrato Asp-San Carlo.
Una volta dimesso il paziente, la struttura ospedaliera verifica la disponibilità di posti letto nelle altre strutture pubbliche o private, nel caso si renda necessario, altrimenti organizza la presa in carico da parte della famiglia organizzando l’assistenza domiciliare.
Questo vuol dire organizzare le risorse in cooperazione tra le aziende sanitarie che insieme rispondono alla domanda in termini di servizi erogati su richiesta dell’utenza.
L’Asp – come ha spiegato Bochicchio – ha poi previsto diverse app come l’eliminacode agli sportelli di prenotazione delle visite o pagamento ticket, così come il portale del Mmg, oppure la possibilità di poter fare la scelta del medico di base da casa. L’Asp è pronta ad affrontare il cambiamento che avviene per la medicina territoriale, il problema è fare promozione culturale”.
L’assessore Franconi ha rimarcato che l’iniziativa è un “servizio utile e necessario, che avvicina il territorio all’ospedale”. L’esponente della giunta Pittella ha detto ancora che “il nuovo Piano sociale di zona prevede un’integrazione fortissima tra il sociale e il sanitario” e che “la sanità va vista anche come luogo di informatizzazione, perché si crea più trasparenza che giova all’informazione al cittadino”.
In conclusione, il presidente Pittella ha sottolineato come l’iniziativa illustrata rappresenti un segmento di un più ampio capitolo che è quello della riforma sanitaria regionale che sarà attuata entro la fine del 2016.
“La presentazione delle app – ha detto – ci consegna tecnicalità a dimostrazione dell’innovazione che stiamo mettendo in campo. Entro fine anno la Regione porterà a compimento uno sforzo straordinario per riorganizzare la domanda di salute e le sue risposte.
Con il mondo della sanità regionale dobbiamo portare avanti una battaglia culturale difficile e delicata. So benissimo che non sempre ciò è foriero di consenso. Non è importante il numero delle aziende sanitarie ma ciò che conta è l’idea di mettere in rete la sanità e l’emergenza-urgenza. Abbiamo bisogno di mettere mano al dialogo tra territorio e distrettualità.
Abbiamo da lavorare molto sul coordinamento regionale, coinvolgendo i medici di medicina generale. La loro ulteriore responsabilizzazione è fondamentale. Inoltre – ha proseguito – va posto un interrogativo sull’utilità dei medici di continuità assistenziale, un servizio che costa 23 milioni di euro all’anno in Basilicata. Il sistema sanitario va modificato in profondità e messo in sicurezza. Faremo fino in fondo la nostra parte. Serve una iniezione di fiducia al cittadino”.