Migliorano i dati economici complessivi della Basilicata
Migliorano i dati economici complessivi della Basilicata, con lo stabilimento Fca di Melfi (Potenza) che fa la parte del leone, influenzando positivamente l’aumento dell’occupazione, della produzione industriale e del calo della cassa integrazione: ma anche senza l’apporto dell’automotive, ci sono in ogni caso dati positivi in termini di export e di produttivita’, con i settori dell’agroalimentare, del turismo (con il “traino” di Matera su tutti) e delle vendite in leggero aumento, “spezzando” quindi il trend negativo degli ultimi anni.
E’ questo il quadro delineato dal rapporto della Banca d’Italia “L’economia in Basilicata”, riferito al 2014 e ai primi mesi del 2015, presentato stamani a Potenza, nel corso di una conferenza stampa, dal direttore della filiale di Potenza, Giancarlo Fasano, e dai ricercatori di Bankitalia, Maurizio Lozzi e Maddalena Galardo. Il fatturato complessivo della Basilicata segna un +1% rispetto al 2013, con un aumento generalizzato per le imprese lucane (quindi non solo per Fca e l’indotto, ma anche per altri settori). Le vendite all’estero sono aumentate del 9,9%, in controtendenza rispetto al dato del Mezzogiorno (-4,7%) e del Paese (+2%): l’export, in ogni caso, resta stabile anche senza considerare l’automotive e la produzione petrolifera, sostanzialmente stabile, soprattutto per il greggio rispetto al gas naturale (+15,8%), con le royalties che si sono ridotte a 186 milioni di euro (-6,4%) riflettendo il calo di attivita’ estrattiva nel 2014.
Tra le note positive della produzione, il settore agroalimentare, che segna un incremento significativo, quello elettronico (fioriscono imprese che assemblano componenti per poi vendere il prodotto finito) e soprattutto il turismo: il numero di arrivi in regione e’ cresciuto dell’8,7%, con Matera a svettare sul resto della Basilicata (+18,5% di crescita delle presenze). Tra il 2000 e il 2014, inoltre, le presenze di turisti sono quasi triplicate in citta’, a fronte di un aumento del 44% circa per il territorio regionale.
L’occupazione, infine, e’ aumentata del 2,1% rispetto al 2013, in controtendenza rispetto al Sud, le richieste di cassa integrazione sono diminuite del 21,7% circa, e il tasso di disoccupazione si e’ ridotto di mezzo punto, al 14,7%, anche se resta preoccupante la condizione dei giovani tra i 15 e i 24 anni (46,7% anche se in flessione rispetto al 2013, con un calo di quasi nove punti percentuali). Ultimo dato, quello sulle dinamiche migratorie: nel triennio 2011-2013 le migrazioni hanno riguardato 8,6 residenti ogni mille abitanti (circa cinquemila l’anno), di cui 5,4 verso il Centro-Nord e uno verso l’estero: durante la crisi, nel complesso, i trasferimenti si sono lievemente ridotti, ma sono tuttavia cresciuti soprattutto tra i giovani (+3,2 unita’ per mille nella fascia 25-34 anni) e tra i laureati. (ANSA).