Fiat-Vibac, il sistema Basilicata ritorna a crescere
La firma dell’intesa alla Fca di Melfi e il ritorno in fabbrica dei 184 operai della Vibac di Viggiano fanno della giornata di oggi una tappa importante del processo di rafforzamento del sistema-Basilicata in un settore fondamentale, come quello industriale, a cui la Regione ha dato – e continuerà a dare in futuro – tutto l’apporto necessario per favorire la crescita dell’occupazione e la tenuta dei processi produttivi.
Il successo commerciale della Jeep Renegade e della 500X, da un lato, in uno con il mantenimento della produzione della Grande Punto, dall’altro, hanno di fatto proiettato lo stabilimento lucano in una dimensione operativa del tutto nuova e, per certi versi, addirittura inattesa. Tanto da richiedere una maggiore assunzione di responsabilità e soprattutto un supplemento di impegno sia al management quanto ai lavoratori. E, dal mio punto di vista, senza entrare nel merito di vertenze sindacali che è giusto restino nell’ambito della fisiologica dialettica tra le organizzazioni dei lavoratori, valuto come significativa ed importante la firma di una intesa che era necessaria per consolidare il programma delle mille assunzioni annunciate dai vertici di Fca, in un momento nel quale la creazione di nuovi posti di lavoro, in uno con il miglioramento delle condizioni economiche di operai e impiegati, rappresenta l’unico metro di misura per una politica che guardi al bene comune.
Con la firma dell’intesa di oggi si consolida il ruolo centrale e strategico che lo stabilimento Sata, e con esso la Basilicata, hanno di fatto conquistato in questi ultimi mesi a livello europeo nel settore dell’automotive, grazie alla sfida lanciata dall’azienda e raccolta dai lucani. E questo è per me motivo di orgoglio e anche di grande soddisfazione.
Lo stesso orgoglio e la medesima soddisfazione che – come sottolineavo all’inizio – provo per il ritorno in fabbrica dei 184 operai della Vibac, i quali, come si sa, rischiavano di restare senza lavoro a seguito dell’annunciata volontà dell’azienda di trasferire la produzione in Serbia.
In questo caso, poi, per il ruolo determinante avuto dalla Regione Basilicata ed in particolare dall’assessore alle Attività Produttive, Raffaele Liberali, e dai suoi uffici, in una vertenza che non era stata affrontata in precedenza, e a vari livelli, con la dovuta consapevolezza, sento di dover esprimere il mio personale ringraziamento a quanti, a partire dai sindacati e dagli stessi lavoratori, hanno contribuito a salvaguardare uno dei più importanti presidi produttivi della Val D’Agri.