La Regione intima Eni: “Immediate misure per evitare contaminazione”
La Regione Basilicata ha intimato Eni di “predisporre con immediatezza” tutte le misure idonee ad evitare che la contaminazione proveniente dall’area Cova di Viggiano possa espandersi in direzione del Fondo valle”.
Il provvedimento si è reso necessario a seguito degli esiti, ora disponibili, del rilevamento effettuato su sette campioni, di cui due all’interno del perimetro del Cova e cinque al di fuori, che hanno rivelato una contaminazione delle acque sotterranee, essendo stati superati i parametri di riferimento previsti dalle norme vigenti. L’incidente, avvenuto circa due mesi fa, ha riguardato la fuoruscita di greggio da uno o più dei quattro serbatoi del Centro Oli.
In particolare, oltre alla realizzazione di un barrieramento idraulico lungo il confine del sito Cova, Eni dovrà realizzare con la massima urgenza, una seconda linea, mediante emungimento da quattro piezometri posizionati a monte della Statale 598 e fornire al più presto possibile i risultati del monitoraggio, con cadenza almeno bisettimanale, delle acque di drenaggio che defluiscono immediatamente a valle della Statale 598 (Fossa del Lupo). Tali ulteriori misure, da parte della Regione, seguono quelle già adottate nelle scorse settimane con il blocco di tre dei quattro serbatoi all’interno del Cova che non hanno doppio fondo di sicurezza e da cui è avvenuta la fuoriuscita.
Intanto nelle prossime ore scadrà il termine di sette giorni concesso ad Eni per il riesame del piano di caratterizzazione, dopo essere stato rigettato nella scorsa conferenza dei servizi dagli uffici regionali. “Si tratta di un passaggio fondamentale – ribadisce il governatore Pittella – per il piano di bonifica, utile a mettere in campo le eventuali ed ulteriori prescrizioni per la sicurezza dell’area: se la compagnia petrolifera non dovesse rispondere nei termini ci attiveremo nei suoi confronti senza esitazioni”. Inoltre, il Tar ha ritenuto le diffide regionali sui serbatoi efficaci ed in quanto pienamente valide devono essere ottemperate.
Indagini dell’Arpab sono state effettuate anche nelle acque della diga del Pertusillo, sempre in Val d’Agri, dove dal febbraio scorso era stata notata una colorazione scura dell’acqua. Le analisi hanno dimostrato che si tratta, in questo caso, di un processo dovuto alle alghe e che non vi sono tracce di idrocarburi. Stessi controlli vengono regolarmente eseguiti anche dalla Regione Puglia, che di queste acque si approvvigiona per uso domestico. “Su ambiente e tutela della salute non possono esistere distrazioni stiamo svolgendo tutte le analisi necessarie per fare chiarezza”, dice il presidente Pittella, che aggiunge: “vogliamo la verità adotteremo tutti i provvedimenti necessari nel minor tempo possibile e manterremo la stessa linea di severità e rigore del passato”.