La sanità lucana è in salute.
Non lo diciamo solo noi, ma lo dicono anche osservatori esterni. E per questa ragione non ritengo giusto mortificare le istituzioni e le persone che in questi due anni hanno lavorato per sottrarre dalle macerie il sistema sanitario lucano.
Avevo deciso di non intervenire in Consiglio, perché non ho intenzione di partecipare al voto. Ma il dibattito che ho ascoltato in queste ore mi ha obbligato a prendere le parole per difendere il lavoro che stiamo facendo.
La sanità pubblica lucana non può essere messa in discussione e mi pare improprio riportare in ogni circostanza il tema della emigrazione sanitaria che è un problema complesso e che non si risolvere aumentando il numero delle strutture o quello delle prestazioni.
E non vi è dubbio che vi siano strutture come quella di cui discutiamo, la Luccioni, che svolgono la loro attività con grande professionalità, rendendo prestazioni sanitarie significative e importanti. La sanità pubblica lucana è un vanto per il Sud e per l’Italia e io la difendo – e la difenderò – ad oltranza.
Il governo regionale si assume la sua parte di responsabilità per i ritardi passati e anche per quelli recenti, non senza evidenziare però l’impegno che sta mettendo in campo con la maggioranza nella programmazione, in un tempo complesso come quello che stiamo vivendo. Non me la sento di politicizzare quello che si sta facendo, né di mettere in discussione le prerogative del Consiglio regionali.
Trent’anni fa ho vissuto una vicenda simile in prima persona,. Quella sì che è stata politicizzata. E io ho buona memoria. Ho avuto modo nel tempo e negli anni di sedimentare e di leggere quella storia più serenamente provando a riconoscere torti e ragioni da ambo le parti. E proprio perché vengo da quella esperienza e oggi recupero un ruolo di garante delle istituzioni, rigetto al mittente l’accusa di assenza del governo regionale e della sanità pubblica.
Noi possiamo prendere posizione su ogni argomento, ma sempre mantenendo il rispetto rigoroso delle istituzioni e lasciando le decisioni alla sovranità del consiglio regionale. Io non pretendo di portare all’ammasso il cervello di nessuno, ma nessuno deve pretendere il contrario. C’è stata una sentenza del Consiglio di Stato. E io da uomo delle Istituzioni, oltre che da privato cittadino, avverto il preciso dovere di osservare la legge.
Ciascuno di noi ha a cuore la salute dei cittadini e la professionalità dei lavoratori, ma noi tutti siamo chiamati a rispettare le regole. Poi rispettando le prerogative proprie di un consiglio regionale, il presidente in questo caso non pone questioni di fiducia, prende atto, non si nasconde, dichiara la propria posizione e con grande chiarezza si assume la responsabilità di rispettare il volere del consiglio regionale, che è sempre sovrano, anche quando deve rivedere una posizione che istituzionalmente ha tratteggiato un lungo periodo, tanto da portarci ad un primo ricorso, ad un secondo, e infine ad una sentenza.
Credo che tutti, a partire dal sottoscritto debbano avere la responsabilità di centellinare le parole e di recuperare alla sanità lucana la dignità che merita. Tutto si può fare tranne che mortificare le istituzioni e di coloro che mettono cuore e passione per difendere gli interessi legittimi dei nostri cittadini.