Il Consiglio e la Piazza più vicini
Se per un attimo provassimo a superare diffidenza, incredulità, invettive, disinformazione e avversità politiche, ci renderemmo conto che quella di giovedì scorso in Consiglio regionale e nella piazza è stata una grande occasione e vorrei provarne a ripercorre alcune tappe, con l’obiettivo di mettere tutti nella condizione di capire ciò che accade.
Succede che cento, mille, cinquemila giovani scendono in piazza, come da tempo non accadeva, e chiedono a gran voce di impugnare l’articolo 38. A loro si aggiungono i cittadini, le associazioni, forze politiche.
Scendono in piazza per l’articolo 38 e non solo. A difesa di ambiente e salute, e non solo. Scendono in piazza tra gli slogan e le urla, lì dove serpeggiano la fiducia tradita, le aspettative disattese, le speranze mancate. E chiamano in causa una classe politica che nel tempo non ha saputo far compiere alla Basilicata quello scatto in avanti che tutti si aspettavano. E’ comprensibile, è inevitabile.
Arrivato alla presidenza un anno fa, la situazione è drammatica. Il patto ci strangola, il memorandum è al palo, di investimenti nemmeno l’ombra, la riforma dell’Arpab non c’è, la carta del bonus è a zero da mesi. Inizio da subito il dialogo col governo, con il Ministro Guidi e la sua squadra. Le cose sembrano iniziare ad andare per il verso giusto: in pochi mesi la card “elemosina” si trasforma in una social card per gli ultimi e il patto si sblocca dando respiro alle imprese. E poi lo SbloccaItalia, un provvedimento che sembra restituire alla Basilicata 15 anni di disinteresse da parte dei governi nazionali. Le ridà risorse, speranze, investimenti, all’interno di una visione. Ma non basta. Tutti noi vogliamo di più, vogliamo “il massimo” per i nostri cittadini, per le comunità, per i territori.
Vogliamo, innanzitutto, poter decidere se e dove estrarre, perché siamo certi di poter intrepratare al meglio potenzialità ed aspirazioni dei territori (anche se non sempre lo si è dimostrato). E’ una richiesta corale, l’ultimo tassello per quella che potrebbe costituire una vittoria incredibile per la Basilicata.
Siamo a giovedì. La piazza si fa sentire. Studenti, mamme, cittadini, curiosi, scelgono di saltare la scuola, il lavoro, di impegnare tempo per dire, “per dirci”, che non approvano, che sono stanchi, che vogliono di più, che dobbiamo impugnare lo SbloccaItalia. La decisione passa al Consiglio che, dopo aver ascoltato maggioranza, opposizioni e piazza, prova a tenere assieme realismo politico e ideali popolari, scegliendo la via della responsabilità, quella di guidare il fermento del popolo, pur dando fiducia al governo al quale si chiede di modificare il fatidico articolo 38. La via intrapresa, quella del dialogo, finora si è rivelata vincente avendoci consentito di portare a casa altre modifiche essenziali, e si fonda su un patto tra istituzioni e cittadini nel quale dobbiamo ricominciare ad avere fiducia.
E’ chiaro, ed è scritto nella risoluzione approvata in consiglio da una ampia maggioranza, che se non dovessimo registrare i risultati aspettati, siamo pronti a percorrere l’unica e l’ultima strada possibile, l’impugnativa. Per questo abbiamo allertato già uno studio di avvocati costituzionalisti dandoci fin da subito appuntamento a gennaio.
Ci tengo a dire che la storia non sarebbe stata questa senza l’impegno dei lucani tutti, dal Parlamento alla Piazza, senza quelle urla che ci hanno ricordato ancora di più di avere una missione di rappresentanza. Certo, poi sta a noi ragionare, formalizzare, assumerci le responsabilità delle scelte, raffreddando le passioni per farle diventare risoluzioni, metabolizzando le idee per farle diventare proposte.
Non possiamo venir meno agli accordi del ‘98, né rimettere oggi in discussione la scelta strategica di un utilizzo virtuoso della risorsa petrolio, in disponibilità dello Stato italiano, ma siamo fermamente convinti che al nostro contributo alla bilancia energetica nazionale, dovrà corrispondere quella ricaduta imprenditiva, occupazionale e di sviluppo che i lucani aspettavano da quindici anni. L’aver ottenuto, con il 30% dell’Ires versata dalle compagnie, la copertura finanziaria del famoso quanto “improduttivo” memorandum per le infrastrutture, inseguita invano da anni, mi sembra già un risultato che va in questa direzione.
Siamo però tutti d’accordo nel voler adottare un modo nuovo, virtuoso e trasparente di utilizzo delle royalties che garantisca sviluppo e visione, orientando le scelte future alle energie alternative e al superamento del fossile.
Se vinceremo questa battaglia, e la vinceremo tutti assieme, potremo davvero dire di essere riusciti in un miracolo, qui, nella piccola Basilicata.
Passata qualche ora dalle tensioni di giovedì, dobbiamo provare – come sto facendo – a tenere dentro la piazza e il Consiglio, per alcune ore più vicini di quanto si possa immaginare. E il vostro contributo, cari ragazzi, è stato fondamentale per ottenere questo risultato.
Ora dobbiamo superare le divisioni e la sfiducia, mettendo a valore il contributo straordinario che in queste settimane ci avete consegnato.