Tema del Patto di stabilità non più rinviabile
“Criticità sempre più esasperanti e condizioni di reale difficoltà nella programmazione stanno costringendo le Regioni a un giro di vite che determina l’asfissia della comunità. Non è un caso che il presidente Renzi abbia posto il tema del superamento di alcuni vincoli sul cofinanziamento degli investimenti. Anche il Parlamento europeo ha iniziato un approfondimento su probabili diverse risoluzioni. Non ultimi i Presidenti delle Regioni hanno avviato un confronto serrato col Governo nazionale. E’ giunto il momento di affrontare di petto il tema della rivisitazione delle regole che disciplinano il Patto di stabilità”.
E’ quanto ha dichiarato in Consiglio regionale il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
“Gli impedimenti ad andare avanti nella programmazione regionale – ha continuato Pittella – pongono molte Regioni, soprattutto quelle del Sud, a determinare il collasso dell’economia con conseguenze drammatiche anche sul fronte della tenuta tra mondo produttivo e mondo economico. Per portare a casa risultati utili sul tema della rivisitazione delle regole che disciplinano il Patto di stabilità siamo concentrati su più fronti: una battaglia politica sullo sviluppo; la richiesta di allentamento dei vincoli sui fondi legati per gli investimenti e i cofinanziamenti”.
Le Regioni hanno già declinato le difficoltà sulle quale chiedere una risposta esaustiva al Governo nazionale. Lo hanno fatto – ha detto Pittella – con un documento che i presidenti hanno consegnato al ministro Lanzetta. Le principali criticità da risolvere riguardano: esclusione dal patto di stabilità dei cofinanziamenti nazionali ai programmi europei ivi comprese le spese eseguite utilizzando le risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale e destinate all’attuazione del Piano di Azione e Coesione; esclusione dal patto di stabilità delle spese per investimento finanziate senza debito e con risorse autonome; completamento dell’esclusione dal patto di stabilità delle spese per il finanziamento del Trasporto Pubblico Locale; esclusione dal patto di stabilità delle risorse per il Fondo per lo sviluppo e la coesione sociale; Patto di stabilità territoriale: proroga del patto di stabilità regionale incentivato per il 2015; attuazione del patto di stabilità integrato; sistematizzare la criticità riguardante le spese a fronte di calamità naturali; rapporto fra limiti del patto di stabilità e anticipazioni di risorse per il pagamento dei debiti verso fornitori del DL 35/2013; rapporto fra limiti del patto di stabilità e rispetto dei tempi di pagamento previsti dal DL 66/2014.
“La Regione è bloccata perché non può spendere i soldi che pure ci sono – ha osservato il Presidente Pittella. Da qui la decisione della Giunta regionale di approvare un disegno di legge per portare fuori dal patto di stabilità i diritti di sfruttamento del petrolio lucano (circa 160 milioni di euro all’anno). Oltre a queste risorse la Basilicata ha in cassa 377 milioni di euro. In totale sono 537 milioni di euro. Si tratta di risorse sufficienti a far fronte alle necessità e ai debiti (circa 555 milioni di euro). Per evitare che la Basilicata possa morire senza aver combattuto sui tavoli nazionali e europei con gli strumenti legislativi che le sono propri anche il Consiglio regionale deve mettere in campo la sua azione forte. Le condizioni politiche e di contesto ci sono e su questa iniziativa possono trovarci uniti. Se non facciamo ciò tutto quello che stiamo costruendo rischia di naufragare. Serve una risposta per scongiurare l’insurrezione, la disperazione e la morte rassegnata. Serve una rivoluzione culturale che deve accompagnare le nostre azioni. Auspico – ha concluso Pittella – che il Consiglio regionale possa trovare la quadra sul nostro disegno di legge, migliorandolo ed emendandolo. Entro fine anno capiremo quali iniziative e programmi il Governo vorrà mettere in campo. Credo quindi che sia nostro dovere di affinare e condividere le nostre azioni. Alla vigilia dell’assestamento di bilancio occorre fare un’operazione verità per dare alla nostra regione un governo di prospettiva, in grado di coprire sia le spese incomprimibili, sia quelle per creare le condizioni per ‘una uscita di sicurezza’ alla morte della nostra regione. Auspichiamo una risposta positiva del Governo nazionale a queste nostre azioni per continuare la modernizzazione della nostra regione, sapendo di avere tutti nel cuore l’appartenenza alla Basilicata”.