Benefit estrazioni petrolifere, replica del presidente Pittella

Per mutuare il titolo di un comunicato stampa pubblicato su Basilicatanet e inviato, presumo, a tutti gli organi di informazione per mano di un consigliere regionale di opposizione, è il caso di dire che “i lucani non dimenticheranno” ciò che in appena due anni la Regione Basilicata è riuscita ad ottenere dal Governo Renzi in tema di benefit collegati alle estrazioni petrolifere. Non dimenticheranno che nel 2014 stavamo letteralmente morendo asfissiati per effetto di una norma europea capestro, quella del “patto di stabilità”, che ci impediva di onorare gli impegni finanziari assunti con famiglie, lavoratori, imprese , pur avendo in cassa i soldi per farlo. E se in quella occasione, come si sa, ci siamo “salvati”, con buona pace degli sciacalli che già s’erano alzati in volo per banchettare sulle spoglie di una Giunta regionale data per sconfitta, è perché unendo la ferma determinazione a perseguire strade legislative e giuridicamente “forti” con la linea del dialogo con il presidente Renzi e il suo Governo, siamo riusciti a ottenere una deroga rispetto al patto di stabilità, che mai nessuno, prima di noi, s’era sognato di chiedere e, soprattutto, di ottenere. Purtroppo, non solo per il solito consigliere regionale che spara sciocchezze un giorno sì e l’altro pure, ma anche per un parlamentare in carica, che negli ultimi vent’anni è stato autorevole esponente di governo della nostra regione, quel risultato, unito ai tanti altri portati a casa nei mesi successivi, sembra aver innescato un rigurgito biliare e una perdita di lucidità politica. Per non dire altro. Solo chi è in mala fede, infatti, può far finta di non vedere il grande lavoro che insieme con i corpi intermedi, i sindacati, le parti datoriali, è stato fatto in questi due anni per uscire dall’angolo in cui la crisi della politica ci aveva relegato alla fine del 2013. A chi oggi sale in cattedra , dimenticando di aver ricoperto incarichi di governo che non mi pare abbiano lasciato una particolare traccia nella storia della Basilicata, vorrei ricordare che se non abbiamo perduto 240 milioni di euro della ex carta carburanti che rischiavano di andare in “perenzione” è perché un “gol” lo abbiamo segnato. Così come abbiamo mandato in rete una serie di altre palle vincenti. Tipo, la modifica dell’articolo 45 della legge 99/2009 che per tre anni ha consentito a due Regioni del Nord di mettere le mani nel nostro “tesoretto”. Per non parlare della trasformazione della carta carburanti in fondo di sviluppo, da un lato, e in strumento di sostegno al reddito degli ultimi e dei penultimi, dall’altro. Naturalmente, tanto chi sale in cattedra, pur non avendo i titoli per farlo, quanto il solito consigliere regionale che spara sciocchezze e livore ogni qual volta apre bocca, si son guardati bene dal mettere in evidenza che senza autorizzare un solo barile in più di petrolio rispetto a quelli previsti dagli accordi del 1998 e del 2006, siamo riusciti ad ottenere dal Governo Renzi ciò che gli altri presidenti del Consiglio ci avevano sempre negato. Vale a dire, il 30 per cento di Ires sulle produzioni aggiuntive rispetto agli 80 mila barili giorno del 2013. Giudichino i lucani se queste sono – o non sono – “vittorie” di cui andare fieri. Soprattutto giudichino i comportanti di quei consiglieri regionali che a Policoro – tanto per non cambiare – ci hanno riempito di improperi, insulti, gestacci, quando annunciavamo, insieme con i presidenti delle Regioni Puglia e Calabria, che in casi estremi avremmo fatto ricorso al referendum pur di bloccare le trivelle in mare, e che oggi rosicano di invidia perché ancora una volta ha vinto la linea del dialogo con il Governo nazionale. E’ proprio vero: i lucani non dimenticheranno. Alla faccia di chi sale in cattedra e di chi apre bocca per dire fesserie.

Marcello Pittella
Presidente della Regione Basilicata